giovedì 18 agosto 2016

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  - Men at work -

Ci sfogliamo di pelle nuda al sole, siesta sul declivio del bivacco ognuno si sdraia nel suo mondo. Sul sedile alcune mosche ronzano nere sulla spirale dell'aria dell'afa, dai calzoni di fuoco stanno distanti per luminosità. Il sonoro dall'alto vibra nel corpo sudato, entra nel timpano lo percuote animandolo di lirica napoletana. La lingua del regno delle due Sicilie stempera i lamenti convogliandoli sulle ciglia, l'ombretto calpesta il carbone distendendosi s'imprime sul tempo, lo osservo nel lisergico riposo che mi abbraccia. Spada e fodero d'un giorno sotto la canicola li sento abbaiare d'emozione in attimi primitivi di silenzio. La bonaccia dalle nubi che vedo mi acclama. Qualunque altra meraviglia occulta si dipana entrandomi d'invisibile appartenere a mozza fiato. Oltre la coltre dell'io il fuoco dalla benedetta lingua in bocca mi si annoda d'amore colorandomi il paesaggio di volti amati.   

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