giovedì 30 aprile 2015

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 - Bonne nuìt -

Gli anni palatali sotto il profilo algebrico sono i più squisiti da ricevere. Denti d'oro mari corvini scendono sulle mani, colorano i sensi di vermiglio e pietra dura. Chi insiste cogita cori fonda archi al colpo su scala armonica. Fatalmente ne sono conquistato. Con la parrucca argentata il giogo presso il punto, commento nei dadi la gorgiera. Le imboscate le bevo a colori sulle congetture. Il mattino è sera, trattengo il respiro scendo dal palo; ripiego le ali con un balzo atterro sul seno della regina.

domenica 26 aprile 2015

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 - Factory -

In equilibrio sulla fune di seta pongo la navicella di spezie che viaggia nell'ombra dell'uomo seguito dal cane. Vi è la donna con gli occhiali, che fuma presso il negozio. Il cielo è costruito d'azzurro il sole regge la luce, le scure rigidità verticali trapassano l'aria. Sulla pelle gli abiti pesanti. Le orme d'ali sull'acqua rovesciano numerosi capelli ingabbiati che intercettano il tempo: arduo non smette di susseguirsi. E mi seguo nei passi, delineando il volto a ciascuno orientando i pensieri alla saggezza. Discrimino il buono, il non buono. Ascolto i subbugli giovanili del mio cuore. Circolo per strada nei piedi affondati d'amore, il pensiero incastrato nell'occhio; vestito di scorza, leggo un rotolo d'arancio.

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 - Oro zecchino -

Gli ultras di  pieno inverno danno la sostanza che li nutre. Tra gli applausi insinceri le voci appaiono segno primordiale, mastice elegante che plana. Sul filo della canna il pescato sminuisce l'eco della parure. Le fusa d'inverno ghiaccio d'altitudine ricoprono il lago. Monda sulla vetta il salmerino della rivista. In prima istanza la primula vermiglio, redige lotte con i sogni rialzandosi nel giubilo esiziale. Trovo le impalcature della fortezza nella mente accomiatandomi con la vestaglia di seta da giorno.

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- cooking for the perfect beat -


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 di campane sui tordi
 ve ne sono a miriadi;
 campanule montane
fiorite di soprassalto 
dalle divinità, mutuate
sul palmo della mano; in
 fede, la brocca rode il pollice 
coprendo l'aeromobile tumefatto.
Anaerobico è il volteggio che viaggia
sulle penne bicolori; alla coppia massima,
la terza marcia infila lo scettro di profumo.

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- W -

Sul palmo della mano nacquero nidi al freddo, dal fondo fangoso rilucevano gocce d'orate. Le spalle scoscese annunciarono la felicità dell'epigrafe traducendo il rublo depositato untore sugli occhi. Chi ne pagherà le conseguenze sarà la povertà màestria della rinuncia. Sul punto più assolato degli alberi ammiro i gallinacci col becco iraggiato di natanti. La Luna dorme rovesciando sull'accordo la propria nenia. Conservo il rock nell'umore passeggiando senza guinzaglio. Lo spinone non comprendendone le esequie produce matasse di lana ferrosa. E' la volta buona: il bosco accetterà l'anzianità. Salutandomi sbadiglia umettando il registro. Torvo lo rincorrerei nello spleen col ghiaccio nei ferrodi. Ma dormo e le note tecno che vedo svilupparsi sono carte appallotolate. Il P.greco suonato a quel modo è proselitismo irreligioso. Sullo svincolo dell'udire intercedo per gli uomini provenendo dalla costellazione di Andromeda. Col bacio fisso sulle labbra lo sconto all'accordo anulare: è la prima nota. Dedicata alla lussuria la lirica si veste col diesel nella spirale variopinta. Anestetizzo gli spruzzi se piove, e libero sul muro tradirò il buio. Chiunque passa s'illumina di blu come un'ombra cromatica. Le ruote slittano sulle costellazioni di buche geometriche inviando fasci di luce avvelenati. La radio divisa in due frequenze afferra i balocchi in aria forandoli con la carabina ad aria compressa. La quotidianità è costruita per la normo follia dei non credenti  e comunque sia, probabilmente mi suicido per essere più libero.




 

giovedì 23 aprile 2015

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- il golpe di ghirlande -

fummo autoctoni partecipando ai sensi; tagliammo il seno cospargendolo di rami, le calze smosse si solidificarono nel rombo; avvinazzati nel grembo naturale, prendemmo vita soffiando nei germogli atomizzati; gli uccelli sulla corteccia promanavano ami ossigenati; di ogni carcassa imprigionata chi lesse i dubbi, applaudì incolore essendo viola eppure vivo e dei morti un canto per le feste.

mercoledì 22 aprile 2015

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 - marijuana canora -

il ragazzo al colmo di sogni nascose i petali verticalizzando primavere. I bottegai volarono sul puzzle ventilando ipotesi. La pelle candida produceva bava argento snocciolando monete. Di fiori sonanti i quadri dipinsero briciole all'inferno; tizzoni anneriti rasettarono magie. All'ombra m'innamorai d'una missione d'avanguardia e i colori facinorosi unsero squillando al telefono. Dalla finestra ogni destino orientò il primo defunto. Lesto di valori e pane in tasca, il maggiordomo chiuse all'attenzione i drappi invernali: stese sul legno catadiotri. A mezz'aria il respiro di addii diede al calzino di ferro, il buco da cui risuonava il mare ignoto e fragoroso; col vento che soffiava racchiuso nel pugno d'un ragno.