mercoledì 12 dicembre 2018

406

si vive la tetraplegica sinistra pensieri nel flusso ignoto a moto proprio fin che morte ressurezione non ponga Allah fine supponenza manifesto esteriore di cancrene il vuoto pozzo bruco di moltitudine

giovedì 31 maggio 2018

405

le spalanco lo sguardo su di me magra snob giace minuta si sofferma non le dico mi pare trafitta dai nostri peccati un piacere rivederla sul lavoro per me dietro quell'espressione aumenta il prezzo dell'inzigare il segno schiaccia lo sgomento l'interesse, le nostre iniquità, l'ho vista combattere nella terra dei luoghi a quelli con le automobili non interessa il talento, tiene duro e pensa di colpirti in basso e più basso di così sul finire delle giornate il vento le calma lo stile pallido nel farsi odiare per concludere si arresta in bellezze ricama odi ritmiche di chi indossa i vecchi turbanti infilata nella coda arma il chiodo roba che le ha spaccato il bicipite in due mi guarda bella da impazzire le dico muto di te farei una donna onesta ed è traguardo tremulo vive finta la voce insipida da diva furiosa  

lunedì 21 maggio 2018

404

un tormento la spirale logaritmica promessa di nuove onde ripetute dall'incanto sul letto la notte spira  d'acqua imbevuta foglie piegate ad ali veranda mi soffermo a roccia odo conchiglie nel coro ligneo nient'altro rispetto drammi letterari in voga mi si consuma plausibile la disdetta su scale multicolori intrapresa scale a chiocciola l'uomo esterna avvolto nel sudario compare scompare l'imo in un desiderio di lanterna a cuore in mano mi ricuce il cappio non individuo il punto di stanchezze
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d'asfalto sulla zigrinatura buia del vespro a fasi alterne guardo le vallate in cui il giallo limone spira il vento di voil sui volti filamenti pergamena ad acqua nera tintinna a capelli spediti all'indietro incalzo i pensieri la tua luce caravaggesca avvolge a drappo il sangue di sera mi si scorge dai fori a pallottole con la testa reclinata giaccio nell'ascensore del respiro fiotti a battiti di cuore tra le dita amo il tuo viso imago flesso alberi affissi sul sentiero di cammeo a chiodi da colibrì consumo i tempi
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giovedì 26 aprile 2018

403

il giorno bivacca sul futuro stenta la risalita in apnea sul dorso di fune giunge il mare nell'otre lingue di cetra le recluta sontuose sul disco due passi si sfila diafana a strisce pedonali i ragazzi in equilibrio son rumore dal fondo la fissità gialla bagna l'ala dal movimento a bifora la tenda dinoccola davanti il foro getta l'immondizia ostenta sul cappello la nobiltà tracciabile dal sentiero
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ciò che non riesco ad insegnarmi è il rullare del vivere distaccato afflato monocolo cui affilo la lama d'acqua salmastra le rughe del peristilio le borse lucide dalla bacheca il germoglio lanterne del non perduto coleottero rose d'un qualsiasi percepito l'altra fase trapassa nell'io lo stoppino sott'olio d'ogni fiamma tranquilla nell'equilibrio sul verde nord dà consistenza l'intimo della scienza
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col momento necessario dentro cui intasco posso distrarmi umanamente un soliloquio rep fosse principio di finezza le perturbazioni con cui mi riordino il pasto nudo è frullato di gambe nel ritmo il flusso mi trapassa son spazio tempo lo interpreto per amore non commemoro la servitù dell'utile se tutto è qui appena sveglio il tritolo per dentifricio non son disposto siate voi ciò che non è stabilito