- Anton Pavlovic Cechov -
nessuna filosofia mi riconcilierà con la morte
e la periferia dell'abitudine lusinga le
piante delineate; dalle mani i raggi
partecipano a sepolcri dalla corteccia inanimata;
il collare non stringe i colpi dati, piuttosto li deterge accompagnando la
disdetta
dell'acconciatura;
del mare e di una battigia che
passeggiano sulla cecità del tempo
non
sviluppano
la carreggiata; il
pedone
ha
la
forma
d'un cane storpio
ed è
disabilitato al commercio
con
la propria
essenza dirimpetto al cuore, la lesa maestà d'inverno
caccia la Dea del frastuono timorata di Dio, mentre dai
flutti dell'albergo inciampo su ogni morte che intravedo,
galleggio dai miei occhi socchiusi per la siesta
ritovando l'albero del non morire.
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