- Ak 47 -
c
i
ò
che non
che non
dico è la mania dell'ostrica di
serrare la fauci e le nari,
nate rosa dai lapislazuli morenti.
I vini sono di gran marca. Recitare il carattere
cristallino ha le sue pecche; il palato non
ingrassa e l'era su cui ci si muove è
magnifica e irruenta
come un flut spaccato
dalle rocce: magico e
improbabile da domare.
Il confine tra il bronzo e il
sopraelevato sta nelle anime
che si parcheggiano per l'eternità:
non una in più, non una in meno.
Il filo d'oro rintraccia l'orizzonte
descrivendolo tra le pagine;
serpeggia il filo nero
nell'inchiostro
del monaco;
con
l'anitra
che affonda
il becco nel nichel
sentenziando: il danaro non profuma. Rinchiuso negli
scompartimenti l'occhio di vetro è maestro di profezie irrisolte
Nessun commento:
Posta un commento