giovedì 15 gennaio 2015

119



- Ak 47 -
  c                                                                           
      i                                                                   
ò                                                  
 che non                                       
           dico è la mania dell'ostrica        di
 serrare la fauci e le nari,
nate rosa dai lapislazuli morenti.
I vini sono di gran marca. Recitare il carattere
 cristallino ha le sue pecche; il palato non 
ingrassa e l'era su cui ci si muove è
magnifica e irruenta
come un flut spaccato 
dalle rocce: magico  e
 improbabile da domare.
Il confine tra il bronzo e il
sopraelevato sta nelle anime
che si parcheggiano per l'eternità:
non una in più, non una in meno.
Il filo d'oro rintraccia l'orizzonte 
descrivendolo tra le pagine; 
serpeggia il filo nero
nell'inchiostro
del monaco;
con
l'anitra 
che affonda 
il becco nel nichel 
sentenziando: il danaro non profuma. Rinchiuso negli
scompartimenti l'occhio di vetro è maestro di profezie irrisolte  

Nessun commento: