giovedì 15 gennaio 2015

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- l'inversione a U -




non
amai chiunque 
per cancellare la poesia dall'inerzia:
non rappresentava altro che stelle nottambule.
Noiose lanterne lontane, minuscoli specchi 
incoerenti per le allodole che fabbrico 
con dissenso e fiacchezza sapendo che
non m'importa se risorgerò più o meno 
fiorente dalle ceneri grigie polverose:
fossi un saggio e il toro bianco al sole
attendesse il mio significato martire 
di tutto questo; così che irrompa 
un fiume possente prima
dell'Apocalisse 
di minore 
caratura se lo invoco
dalla mia postura umile e ignota.
Abbraccio la transizione con l'umore
che mi avvolge nel temporale come vita
che non sopporto; l'umanità non la sopporto
le donne non le amo e non m'importano: non ne
avrei cura; mi muovo in ogni cosa automaticamente 
mosso dalla più totale indifferenza; con l'inquietudine 
ondivaga sul marciapiede su cui transito pieno di anemie 
pericolose che mi trapassano con la china e la lente; osservo
 l'imo in una foto sfocata che mi ritrae il cuore malato di capacità;
odio per inerzia senza l'approdo da cui tornare, una sorta di cavalcavia
con l'inversione a U salvifica sottolineata da ogni parola; con la fettuccia 
color del cielo non dimentico mai ciò che non m'importa sentire e udire: la
roccia nel gozzo, il cuore temprato acciaio, la mente lucida di un folle poeta     

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