sabato 2 luglio 2016

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 - Osaka -

Il piede in mare chiude diagonali a stringhe su scarpe inglesi. Il phon di manica corta priva il senno per la linea dell'equatore. Chiunque vi passi, scorge il cane del fucile guaire alla luna zoppa. Riflette l'intruso equilibrista. Spinge la fuga su trampoli con calma propria. Sullo fondo sfuso nido di cicogne, il cotone ambrato ricuce rocce sgretolate. Permette al fine dello scarto di ripulire le scorie. Recupera inferiorità alle membra raccolte in preghiere di massa. La luce stringe la pazzia sul dorso della mano, fiori di sospiro varcano il bordo d'un soffio al cuore. Sull'anulare posseggo il gorgo estremo, la soglia insegue ovunque i connotati del portafoglio. Un colpo di tacco, salta la pietra nello stagno, la goccia nata segue l'haiku che tesse il paracadute al ragno. L'inchiostro invisibile taglia la parte opposta al color dell'aragosta che disegna il pontile per l'attracco. Interviene la pioggia oltre la traversa.

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