- Elisir -
Sul corpo del mondo la pelle ruota tracolla nelle strade. I sigari, compagni d'avventura economica, fumano volte di cattedrali; lo spegnersi dei punti cardinali a rettile crea giardini mondani. La carta alcolica ne assorbe l'accordo a costellazioni immuni sulla testa. La campagna chiusa d'alberi mima gli spaventapasseri e alterna i fiumi secchi al molo del domani con la donna vista dal terrazzo sul mare. Cammina sul lato opposto della via tra un garage e l'altro la mummia con l'ancora legata ai piedi. Dorme sui flutti sagomati di vermiglio, s'abbevera nelle taniche di wiskey, tace. La partitura del tacco d'aurora nell'occhio bascula di soppiatto la fuga conserva la lingua in posizione da nodo di montagna. Spiuma il battito dell'artiglio mentre regge lo sguardo. La carne fiore di verruca dell'aquila, conquista il crollo dell'artista. La pièce s'incolla sull'unghio plastico teatro sull'omicidio, tratta l'orma. S'infila tra le orecchie nude in compagnia del passaggio nel filo dal volto che vibra.
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