domenica 29 settembre 2013

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 Metafora di un Boing 707

Il ramarro in plastica fu l'allegoria di un solco a terra, a portata. Di mani leste in preghiera giunte dall'aldilà, con le chiavi. Ciondolanti nel disossato arrivo, blu dissimmetrico. Spirale attorcigliata al capo. Di un piccione spiumato rialzatosi sino all'ultima, goccia di mirtillo. Gocciante presso l'albero. Dal ramo attorcigliato sulla piega della via d'orata. E tramontata dal senso plurimo. Dove la funicolare tra cielo e terra si contende le marcianti nubi, con le truppe del lavello. In disaccordo. Nel mantenimento corroborato, dalle vetture. Parcheggiate. Che ondeggiavano sui fiori gialli della coscienza, allontanando la riparazione dell'hangar torvo. Dall'ombrello del corteo funebre e funesto marciante. Sulla cresta di ogni fiore e pulpito di un bacio per l'eternità. Aerodinamica nel Boing 707 che corre sulla fascia dando sguardi e lanciando dardi per l'area di rigore. Crossando gli occhi nello sfocato lutto sulla rotta in volo, dalla finestra. Della lavandaia e poi della domestica. 

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