sabato 28 settembre 2013

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 Kill em with kidness

Ci trovi in tutte le direzioni osserviamo il cielo a colonne vertebrali ombre sulle schiene carbonizzate trasportiamo insetti; con lo Smarth- Phone messaggiamo sul calesse in conto vendita  rame ottone. Il ghiaccio attende gli steli s'infila tra pettine capelli. Affamato sul sentiero diurno, ruvido sto nella fila di peli d'acqua increspati. Sull'onda anomala al sole animo di proiettile rendo il moderno colabrodo demodè. Il sangue zampilla e fuoriese a fiori in gomma. Dalla fessura di quel tubo il giorno spiove sull'asino mentre inforco l'occhiale astigmatico. Le penne invadono l'ossigeno, bianche sgocciolano in mille inchiostri annaspo a corsie umidicce su tutta Europa. Al buio vedo zolle in orbita. Le rane adiacenti alle finestre entrano ed escono dai teschi, la rosa nera in bocca. Tra i denti technicolor delle ragazze il fiotto del pubblico a fiordo finnico sul collo fissa acari pendenti e memorabili sull'amore: tuffi lapislazzuli raggomitolati a fiocco d'oca nello stagno dell'haiku. Il brusio provinciale è della ricchezza non più di moda che simula la povertà. Uccido con dolcezza porgendo la mano nera ai benvenuti color fucsia, abito che scintilla pop fuoco sulle fiamme. Al volto della Musa invio il labiale femminilità meravigliosa un bacio ogni volta che la intravedo recito il Pater Noster al cospetto di piccoli demoni intuiscono ma non sanno volare nemmeno fare scalo sui fiori tantomeno respirano l'amore da cui odo sentimenti eterni nè il mio cuore.


    

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