sabato 9 settembre 2017

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Così poi dal leggio la voce atona trova l'intrigo del manifesto. Al muro il singhiozzo sfaccettato tra le mani risuona di pelle vera. Il morbido avvolto al nero al cospetto di chiunque segga sogna il tuono. In attesa fulminea l'anziana rinsecchita sul calesse prima che la morte la colga scaglia l'epiteto all'albero. Cadono le foglie in ciascun occhio naviga un coca rum nel bicchiere di ghiaccio. I tacchi a spillo son seguiti dal malleolo dal polpaccio dalla finestra scintillii dalla cupola un raggio penetra secco. Dove il sole è nero il rapace vola sul palmo punge la nomenclatura eterna mi sei dentro il ruggito. La vergine disturba il cane abbaia alla lingua della Musa madre. Pulisco la lente supero la mattonella in resina. Sul ponte triangolo di brezza non soffia l'alone di cuore sul vetro si restringe: sappiamo l'amore assorbe nel silenzio. Sei in me nell'attesa del fulmine nello spazio e nel tempo.  

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