sabato 3 settembre 2016

225


- In lontananza -

Troverò la bellezza in questo squallore di recita muta da vicolo cieco. La cuffia di sole che tuona esce quando m'infilo all'ombra del saliscendi, per non tornare più. Incontro i miei sogni disegnati sul volto di peltro svaniti al decollo e resisto. Dove non torno lascio lo striscio che traspaia al vespro qui mi trattiene mano stesa dall'elemosina. Sull'isola è cresta di camaleonte il profilo al fresco, la cinghia del sandalo non ha fini slacciati sul ponte sospeso. Corde che ama per l'ignoto. Troppo è maledirlo fragile nonostante me vorrei il tuo passo fosse scalzo in lontananza e smettesse di solcarmi le vette chiare.

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