venerdì 2 settembre 2016

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- Piscina -

Indosso gli slip asciugati al vento, gli abiti ai ganci dell'ombrellone trattenendosi alla staffa bianca  innescano resistenze di bandiere oblique, la mia ombra spedita sul telo giallo con la lucertola è fissa sul lettino a scultura nera priva di capelli. Quei pochi mossi lievemente a vegetazione rada sono steppa, le ginocchia bagnate, la canicola, aumenta l'intensità del calore, normalità che si riappropria la propria entità trasformata dopo l'immersione nell'acqua. Un insetto atterra sul block notes visita da turista le parole che ho vergato sfregandosi placidamente le elitre. Nell'uomo il superfluo è identità divenuta precipitevole. Si spegne il sole. Al richiamo di ogni nome si riempie l'aria immediatamente svuotata si ricolma d'urli giochi schiamazzi d'acqua spruzzi cristallini, perforati dalla luce riaccesa e ludica; sensuali i corpi si decorano illuminandosi alla tintarella bruciando. Quella donna laggiù con gli occhiali da diva prende il sole ed è meravigliosa nella sua lucentezza ambra.

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