sabato 30 aprile 2016

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 - Nembo Kid -

 Desolante il braccio di sole che triste sull'autostrada di paglia, rende turbinio le schegge. Damascate dal profumo di santi sono appese bagnate tridimensionali. Sul kilim color del sangue cammino vento riarso di mediorientale. L'autofficina ponte di cavalletti in legno espone il cesto d'uva. Il crick leva lo sguardo da terra di siena sugli acini innovativi, rovescia gli occhi dietro le lenti. Nel fuoco la vetrina libra i sogni impilati uno alla volta nel decollo. Il marmo in disuso è calpestato, crinale di faggeto che si ingioiella di cianfrusaglie. Il topos riceve la telefonata che fissa l'appuntamento in prima classe sul carro di buoi e vergini. Vivo astronomo dai cieli interiori levo il geko, l'ombra la incollo sulla schiena del morto. Dalla botte scorre il vino salmastro, quando il vortice dichiara la sua assenza chi muove l'orario fissa per del tempo il pendio. Sul greto del sottobosco pagine di libri spinte dai venti s'infilano a miriadi in coltelli di roccia. Fiuto la polvere: danaro che consuma glicine. Dal cuore scompaio risolto in un nembo ghiacciato con la forza di un personaggio reale. 
 

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