martedì 26 aprile 2016

172


 - L'ora della siesta -

E' un pallido giogo decostruito sulle rive del morire. Voci dalla strada sono frammenti d'epopee che limano cantici lunari, per noi. L'ancella accurata distribuisce itinerari non commuove. Spighe frutto penne dell'addio decollano sull'unicorno. A sella sgualcita, il ramarro libera la velocità sulla pietra. Nel profondo flut lego civette dialetto e bevo. Al ramo di fumo libero nebbie incombuste, battezzo grappoli d'uva sanata. Le piaghe telluriche al party girocollo sono sopralluogo al cashmere che dipinge vie notturne. In regia la difesa a zona regge la brughiera legata all'onda porta biciclette. Per me è l'ora della siesta.


( B.d'A. )

Nessun commento: