domenica 24 aprile 2016

168

 
 - Capital -

Il giorno di panni sparsi riordina il monte, accumula bisacce nel conto e vende. Il destriero impiccato sul cornicione a cravatte, muove le corna inciampa sul molo cremato. Inclina la testa in movimenti meccanici dà il via a passi fluttuanti dentro fuori il confine ebbro di salse. La spilla rude boy sul collo di camicia serpeggia negli sguardi vacanzieri. Raggi singolari che ammiccano il crinale dell'iceberg, a biella rovente oltrepassano il petalo glabri tra brine e coca-cola la scritta withe pride è inequivocabile. Volti pelati ridisegnano l'orizzonte legano lo sguardo dal sole ai piedi, la marcia è mela tenue sulla fronte snebbiata. Lo sguardo sfugge alle intemperie mostra il falso passaporto macchiato tra le dita. Pochi minuti all'apertura dei colori primari il samovar legato sul muro lilla sbuffa fischi da treno merci. La specchiera di mattoni antichi in polvere da pochi metri quadri, agli incroci ventila e slaccia il foulard da cow boy. Cappelli a parabola volano dal secondo piano. Firmo controfigure sul gesso di rotondità da emicrania e lo smottamento lo dichiaro calibrato; stanco di ottimismo sgretolo la pioggia in bolle sul marmo. Col bel tempo porterò con me ogni capitale sociale.




* ( dec. P. m. )

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