-Star struck -
Tra il volto secolare e la carpa il castello carminio promontorio. Il collare d'avorio dichiara le fiabe, disegna gli orpelli. Sul sentiero pavimenti a pioli, il mulo da soma parcheggia imbottito di lingotti traccia linee di confine. Il seggio su cui si animano penne di pavone, ricamano la ruota dei giudizi. Trasformo, scavo, bevo limoncello all'ombra del masso circolare. Gli ulivi sul cranio, gli immobili a maschere maestose, divergono a piede di porco in fiori da diporto. Dalla cruna la mano, la tramontana si veste di nuovo. In zona Cesarini nonostante i biglietti interviene l'occhio divelto. Scivola il cormorano nerboruto con le catene da neve sull'arcipelago dei muti. Inghiotte il viola fuma l'avvallo colma il mare di medio termine. Nel cesto cala la marea dalla finestra regalandomi la conchiglia a forma di donna. L'arco di silenzio agita l'abisso pece sulla criniera. La festa che porto a rotazione è una bella giornata inarcata sul diverbio. Filtrata dal sole germoglia l'anatema.
Nessun commento:
Posta un commento