- i diversamente tonti col genio dell'ignavia -
Le sinapsi desolate di teste stanche, sfibra le nullità usurate dell'allegria dell'ovvio; ricercando il banale mimetizzato al muro, individuandolo col pennarello disegnando; su per giù il cielo capovolto che non indugia a crollare di questi tempi; affacciandosi sull'elmo lineare dove una brezza in legno e cuoio s'agghindano marcendo il regno che suda; relegato a sotterfugi dai profughi appesi al turchese; al collo del malocchio il quale defunto applaude stando in piedi; scapperà gridando alle bambole di fibra e plastica contorte; " salvatevi "umettando le mani irrise a denti bianchi castrati nei loro sorrisi in mostra; universali cercheranno di enucleare l'esistente; spingendo glorie demenziali per condottieri dalle noie insonnie se la musa sepolta inciderà sulla sessualità dei poveri; questi artisti inscaffalati dalla moda hanno palle logore che lucidano i vuoti dipinti dai processori; invocando come siano fragili le prospettive dell'ovvio, colorando uova rivoluzionarie del senso unico.
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