domenica 12 ottobre 2014

77


 - La vettura sul petto dei coriandoli -

Il caldo dell'estate è il silenzio dei monti, dai monti il palloncino solleva la porta alzandola da terra. Attraverso il ricciolo d'aculei, calpesto paracadutandomi a camicia macchiata di sangue. Sul disegno gl'infanti mordono la mela nella penombra del cuore, la pelle dell'edificio screpola gli occhi. Visto sulla cresta dell'onda la rosa vocifera l'inizio del canto: pensa d'essere aggredita dall'innamoramento. Dalla magrezza vocale la finestra ode la donna del quarto piano, spazzola i capelli di blu metallizzato. Sgocciola frattanto lo specchio in una lacrima, lo svenimento dell'oceano affoga. Abbracciato al muletto sollevo l'idioma firmando la lingua. Chiunque in piedi pensa a quando non si è non si hanno frutti. Dall'albero secolare le radici intricate agli abissi si muovono a correnti sgomente d'ilarità. Morire nel destino lenticolare è la particola più originale che si possa trovare sulla pupilla. Sfiora l'aldilà, vegetale osservante, gambe giapponesi che incedono nei pantaloni blu scuro sotto l'ombra.  

Nessun commento: