Rasentando l'escluso la palla dello zirconio infila il chiodo
Doverosamente il treno deragliò dai bicchieri; di uomini ciascuno illuso a cristalli corti; mensilmente osservanti declinare il giorno: chi sbracciò Saturno a bucce infilò anelli al naso all'universo attraverso lanci; chi immusonendo i colpitori promosse atomiche madonne annerite dal liquame; coibentando l'erotismo pronunciato da spettacoli per monili su colline; cicatrizzando l'allungo al viso sull'abisso incrinando per tutti l'amore filatelico ai Tupamaros; e ci si consuma in teologia liberando l'ambizione imbiancata di premonizioni; proiettate sul dolore, egli disse ed è la necessità che infierisce mirando gli occhi dissero altri; di puttane false e necessarie mentre i piccoli rinvii cancellano la catena spezzandola; nell'ambizione di morti contemplati da pensieri che non hanno; se stessi maschilmente al mento unto a bordo di ciclopi; dalle cui vite scoccano l'ora onnipotente a mazzi di fiori acquosi in mano e revolver nella sinistra; essi impugnano il clitoride in stand by vibrando accesi; sul ruscello abbattuto da uno scucito riff, di brutte bestie.
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