L'acqua compressa nel vortice di un bacio illeso e incattivito
L'anonimato del peristilio bivacca sulla fronda; l'innondazione dei pensieri molesti proviene dal mercato allineato da siluri; che ingoiano ogni cosa dal sottofondo rilucente lampada o lanterna che funzioni sulla lapide di vermi; in un pugno attorcigliato dagli encomi che distingue; a chi riceve la bordura da rifinire per l'incrocio che cavalca; togliendo i guanti dal peluche sulla manopola irridente; d'acciaio al taglio tramortito da qualcuno che non sa del fuoco; cosa fare uccidendo chi ferisce uomini senza capo e nemmeno coda; staccata dalle angurie di sonagli apparentemente illusi; nel disuso della domenica, il pane verticale con le scarpe salmonate sul grattacielo si distingue; in evidenza con il paio di jeans pisello tinto sulla città; che dorme colorata presso l'I-phone parlante voce femminile dalla cantina, la quale chiusa in frigo; in un tonfo vibra la caduta a pochi metri dal baratro fosforescente mietendo il sangue sui muri dove cammina; acquartierato dal murales che si frantuma nello scoppio a vetro dalle pareti di porcellana al suolo amichevole e triturato; smiccando nel monocolo ad una corda i movimenti apparenti di coperte e navi trucidate dall'infamia; suonando dove i bambini spengono l'effetto degli psicofarmaci; montanari col pediatra alla portata della mano; immota di motori a quattro tempi col foulard in tasca di qualcun'altro; proiettando dalla plastica alla fibra le noci da cui si preleva il gheriglio di defunti incerti; a gambe divaricate inverando la passamaneria e cooptando allo stesso tempo terre modestamente solitarie dividendole per quattro.
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