Il rombo di catapecchie e liuti, tranne il temporale
Dal sudore un favore l'errore fischiato dalla borsa; à la coque se le campane non sortiscono l'effetto; maculate dalla natura e l'artificio in un bacio è conclamato tra gli innamorati al limite del giardino; sul cornicione del riquadro dove l'aereo di cartapesta trapassa il dipinto; il quale posa stirandosi i capelli e dell'Eden usa occhi d'acciao; con entrambi fluttua assonnando particelle di vitalità nel rosso di fulgore e fulmini di bianco incedono di candore; pedalano in bicicletta muovendo l'energia di ogni occhio meccanico e lingua conca; la quale lesta per ogni lago che sia maestro che conviene spezza; lo svelenire in mille cocci friggendo separatamente e con la mano della cistifellea dà l'arrivederci; al regno di morti gratinati cadaveri allo spiedo attorcigliati col rosmarino aperto; come strilla tra fessure di un'apnea; noi nord africani nel pic-nic dei giardini privati prorompiamo mari da tutte le latitudini agguantando i sensi; incateniamo il primo della lista piangendo i maggiordomi armati nell'inchino con la fiamma bugiarda in mano; ci travestiamo di panni macchiati dallo scarlatto, tondo di fantasiosi atomi per salire il collo; mentre l'allungo degli occhi entra mescolando le cortecce filigrante.