- Noi della bassa -
La nebbia s'infittisce dissolvendosi pensiero. Il percorso a sabbia sul poncho sale ricamato traccia la sezione di biada a nugoli di storni. Lo indosso ed entro in aula. L'aria pensante vibra, sul batter di mani si sgretola in grigiore a concatenazione di eventi. Arde la metamorfosi con cui mi addestra le ali distese di Rachmaninov. La solitudine mi commuove se determino la retta. Non sfuggo al senso di tutto questo: lo spirito desidera fingerà d'esser orma poi t'inganna per la vita. L'innumerevole terra sul capo è l'osso duro, sufficiente che io guardi attorno per capire l'amore che non c'è. Scalpiccio pistone biella, acque infrante, stuoia davanti il gazebo. Bellezza, santità, l'intelligenza è una rarità acquisita. Lo sbuffo all'attracco, il molo il solito salotto cremisi di marmo le infradito millesimate creano il vuoto percepito. Sbigottito perdo il sarcofago di prìncipi, innondo di lacrime i colori sulla pietra della scalea. Lavo getto la vita sul logo. Gestito a labbra tumide muovo le nacchere a ridosso della bandiera psichica. Sventola l'iride con cui mi vedi fradicio nel garbuglio superiore.
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