mercoledì 5 febbraio 2014

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 La macchina circolare sul mondo eroso da molteplici trame


La bagascia si offre in sconto sull'epitaffio latino memento mori; calibrata rimane stesa recitando in God we trust lE concessionI per amore e svago; del polipo che tra le mani si muove ammaestrato attorcigliandosi a gesti epilettici; al proprio volere dettato dai cabotaggi con cui la carcassa di animali morti sfiorsce celebrando piccoli e maestosi cieli; nei quali il freddo s'addensa abbozzando su ogni piedistallo un'armonia col leggio per ogni statua; di ossigeno che nel magenta fumoso rifiorisce sulla chiave del basso, d'un violino, e una grancassa; prestando agli orbi decine di mani intirizzite che tra le nervature della palma si muovono inespresse; sul risciò ripiegato al palo di quella buca disossata e lemme abbracciata ad una fiamma che arde;  regolata dalla farfalla gialla nell'etterraggio sottostante ferma sul bivio di un ramo di fronte all'ossequiosa brezza di giostre illetterate; legate a pinne d'innumerevoli squali che nevigano su onde ghiacciate nelle molteplici coscienze; raggelate di  cella in cella dove la notte tumultuosa si sdraia riposando e sognando belle giornate abbronzati al sole e sante donne leggiadre che amano essere in una lacrima salina e dove tutto e santo: ciò che è creato poichè riallacciato alla storia dei calzoni con cui si lega il mondo liquefatto di parallelepipedi; e slogan alla moda negli stop, dove il tunnel dei led tutti accesi crea l'ipnosi per ogni uomo; che sotto la pioggia serale, si ritrova pedone con l'ombrello bianco attraversando le strisce pedonali della bandiera americana. Con le stelle in tasca.  

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