mercoledì 12 febbraio 2014

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 Jesusu loves the acid, impersonating God and salvations


animando il phon col trapezio del piumino d'oca lacero la polvere: ottenendo legno marcio sulle elitre d'una cassa mortuaria azzurra; con maniglie laterali color porpora prestate dal fagiano che bagna l'ostrica superficiale di terra rossa; lavorabile al tornio essiccato al peperoncino col vertice arrotondato presso il quadro rosa; a tinta unita col tulipano odoroso d'olio, se strizzato sgocciola sul pavimento il sangue d'un naufragio che avverrà; sullo scheletro di feste in alluminio e plastica brillante trapassata da luce color topazio e cornalina col motto sul cordone ombelicale - dammi retta: l'unplugged di ghiaia d'asfalto snocciola su lamiere sinfonie cacofoniche - graffiando la luna nella corteccia d'ogni passante; occasionale assemblando i rumori dell'auricolare dallo sfondo sessuale sul parabrezza; eppure quante volte la foglia nell'acqua ha simulato il pesce alla deriva tra le frasche dove ora pascola in un piccolo recinto abbracciato ad un'apocalisse minore; mentre la gazza tra i covoni di fieno vira e plana discendente sul cappello; al vertice del palo in mezzo al campo col termometro appeso: fosse un Cristo dalla temperatura di 14 gradi; mentre le reti dei pescatori usurate agitate dal vento mostrano le spalle alle campagne assolate tra palazzi periferici che saltellano di color zabaione e limone; mescolando alla vista tutti i campi sportivi illuminati dal verde sotto il sole; adombrando certi muri graffettati e archiviati dal non senso incisi da criminali a spry dilavato vivo d'innumerevoli pioggie; di questi anni scrostati.  

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