sabato 27 dicembre 2014

101


- profezia col gelso -

 se si
 muove è
 il bianco degli
amputati, il mito 
rimasto acerbo 
tra primavere
e autunni;
fermi 
alle 
roccie
 nelle calli in
cui nessuno scalda
il trapianto temporale;
tanto meno il ghiaccio, se 
fumante sullo stipite del piano si
ammansirebbe, divenendo fiore imbalsamato
capitolato tra architravi a testa in giù; dalle viscere
è benedetto e maledetto dai mugnai, infarinati ne traggono
il biancospino: sui denti rotola unità di misura nella sparsa gioia;
del belvedere ad ogni passo, in verticale la corona è obbligata a corte,
vede i monti il prestito e l'onere del podere, la donna stellata di vettovaglie
dal marsupio che saltando perde; la
stampa
i giorni
i mesi
gli anni
e l'esatto opposto. 



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