lunedì 5 maggio 2014

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 Fluttuano acque d'oro per miopi nei cant: previdenti col pentagramma in mano


L'acqua imita il raggio di luce convertendosi in rami secchi; recisi dalle forbici il rincuorato pollice anima l'ustione spellandosi nel riff; contattando radici presso altri rami cementandoli nello sfoderare l'abbaiare folkloristico; verso il fiume: chi ricama baci sul battello, chi linee  torte lavorando in lingua la gomena frustando fronti, nicchia in darsena dove si contraggono sudori incerti dall'amante; incarto il gorgoglio in ogni grado ponendolo sui gradini tra un mazzo; di grano duro e denti estratti;  per marcare il territorio di girasoli: vendonsi pianeti; talmente finti che le celle dell'alveare stanno sotto il mento a parecchi debiti: friabili sulle dita rinfrescate dall'architettura dell'argano; la smorfia d'uno scuoiato diparte sul terzo binario, ha l'estraneità dell'opera morta sotto l'occhio di una cubatura;  funghi disarmati su cui si scivola, ridono di qualsiasi resistenza alla morte; che viene incisa e con cui distruggi l'irrisoluto direttamente; intravedendo il promontorio tinto porpora, che danza sul cespuglio di velluto verde e le lampadine dell'altare spente. Inquadrate da occhi vispi.

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