martedì 28 maggio 2013

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 L'asprezza perturbante

Quando schiaccio l'insetto sulla tavola durante l'esperimento mi rimane il blu colore predominante, lapislazulo cruento macchia che circola dal sudore al sole sin sulla visiera. Endocrina e mansueta batte come una scacchiera nuova, diverse gradazioni guglie dalle quali sbucano rovi, cespugli, dal risparmio antico, di là i tetti. E' innegabile di quel vaso comunicante la galleria è parabola anomala.  Dal pollice col ditale regolo l'abbeverarsi al verde rame oppure all'ottone pomello a forma di cipolla il quale, per quanto boa nei riferimenti diagonali indaga il degrado sulle onde multietniche dello sparo al buio. Da un'ennesima scacchiera in quell'albero dall'alto fusto, attraverso il riquadro nero, mentre ombreggia il bianco spada  nell'impeto che trafigge il ragionamento incline allo scoglio.  



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