La carrucola dal trillo lenticolare
La notte nacque dal violino sul pull over transitava fluente sulla chiatta oscura. In quell'ora zeppa i fiori duri rilasciavano suoni parcheggiati ai bordi della piscina azzurra, col mosaico insonorizzavo i viandanti nudi e pieni. Limacciosi limati dal legno mercuriale, segaligni, mummificati, provenivano ventilati dalle lune d'oro all'alluce. Col respiro argento le polveri magnetizzate sul rivolo della linea obliqua vegliano la rottamazione. Separa Giove alla saldatura in ombra del treno. Le danze irrise al limite della gonna a balze schioccano al ritmo del fulmine sui capelli uno ad uno per poi infilarli nella cruna. Cucio con ago filo i paesaggi dal gocciante luccicore. Al nord spalanco la pulizia etnica presso il Caucaso castigo le correnti ascensionali tra gorghi e piazze colme di cadaveri dai denti in fiore.
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