il giorno bivacca sul futuro stenta la risalita in apnea sul dorso di fune giunge il mare nell'otre lingue di cetra le recluta sontuose sul disco due passi si sfila diafana a strisce pedonali i ragazzi in equilibrio son rumore dal fondo la fissità gialla bagna l'ala dal movimento a bifora la tenda dinoccola davanti il foro getta l'immondizia ostenta sul cappello la nobiltà tracciabile dal sentiero
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ciò che non riesco ad insegnarmi è il rullare del vivere distaccato afflato monocolo cui affilo la lama d'acqua salmastra le rughe del peristilio le borse lucide dalla bacheca il germoglio lanterne del non perduto coleottero rose d'un qualsiasi percepito l'altra fase trapassa nell'io lo stoppino sott'olio d'ogni fiamma tranquilla nell'equilibrio sul verde nord dà consistenza l'intimo della scienza
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col momento necessario dentro cui intasco posso distrarmi umanamente un soliloquio rep fosse principio di finezza le perturbazioni con cui mi riordino il pasto nudo è frullato di gambe nel ritmo il flusso mi trapassa son spazio tempo lo interpreto per amore non commemoro la servitù dell'utile se tutto è qui appena sveglio il tritolo per dentifricio non son disposto siate voi ciò che non è stabilito
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