- Il francobollo -
Raramente vivo senza l'ausilio della musica in cui nuoto subacqueo: avvolto in fili, prese, snodi, allacciamenti, inforno la finitudine umana. In comunione col mondo esterno ad occhio caldo allungo la mano cosmopolita con cui realizzo il disegno del destino per i natanti falla, cui i pesci a branchi ruotano sul gomitolo dell'oro sino allo spiazzo: contiene l'avvallamento colmo di rari piccioni liberi. Nel becco il potere della pagliuzza dalle catacombe. Arriccio i baffi nel mio io arruffato. Canticchio l'idea ritrovata, non c'è modo di capire la ragione per cui spunto l'estremità con i canini lievi. Lo schema levantino del do ut des accessorio affisso alla parete delle circostanze è bizzarro e molto improbabile. Il pontile di carne e tendini che si sviluppa a piedi nudi nel lago alza il braccio d'osso nel sdaluto. Indico la pineta a roccia di fumo lassù. Il sigaro solleva la frazione infinitesimale del giovane incisore, a testa bassa, lenti sfumate d'azzurro, finto naso bianco latte d'asina, chiude la porta dello studio èlite. Il palloncini oltrepassano il sogno in cui mi ritrovo, realizzano le realtà innalzandosi festosi, scottati dal sole e dall'alta ciminiera dentro cui lavoro con l'incudine e il martello.
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