La caduta complicata delle carte
Sfodera la vernice, la tavola rotonda sul territorio che arrangiandosi sull'azzardo, vola. Incontaminato al volto, il diseccitato retrò di lusso. In lingerie col pizzo, nel Gallio e nel Germanio che non pensano, di tramare una sorta d'immagine devozionale di suor pinguedine, sulla scalea del nervo sciatico, e di ciò. Si discusse di quanto il suo passato fosse pieno d'indizi in merito: dall'arte preventiva della pizza, allo sguardo archetipo e mai mogio, di stravolgimenti interiori, in continua angoscia pacata nel calamo ad imitar, la più personale resa. Interiore, di rilucente forma. E torma in panne nel crocicchio indebitato di velluto, di lillà. E come fari. Dal pullman. Le rose in fiore, a mostrare il loro flauto in vetroresina, ormai arresa ai businnes scuri nell'occhiale combusto al sole, con l'etichetta agganciata al filo. Di seta per il punto, ago e filo nell'eccelsa classe. Di merito, cementata in nebbie incompetenti, ed incombenti, nel silente mostrar le viscere dalle cuspidi, rosse. Sui motori posteriori dove rimbalzano le schegge.