giovedì 18 maggio 2017

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- Una domenica pomeriggio -

Dopo la Benedizione ricevuta dal Papa gesuita che viene dalle terre della teologia della liberazione ( da vicino il Papa ha quella caratteristica santa che aveva anche Papa Ratzinger quando lo vidi da me a te, la santità gli rende la grana della pelle giovane ) tra via Moro e angolo via Cipressi al mattino; il pomeriggio ci vede scabriolati sul ventre del destino, due barbe bianche che chiacchierano io e Omar Biafra che guida sugli pneumatici rotolanti tempestati d'atrito sull'asfalto in curva, oggettiviamo sul presente sul passato entriamo nel futuro rimirando il paesaggio padano del fiume Po. Cerchiamo il luogo delle esposizioni, lo troviamo. Percorriamo fattualmente / visivamente lo sterrato tagliamo nel mezzo il prato che brilla al sole, parcheggiamo la vettura. La villa di campagna adibita a casa dell'arte si presenta ristrutturata con un casolare annesso di fianco fucina/ forgia per la creatività. La possanza d'un toro di bronzo, l'equilibrio plastico di un corpo senza attributi, la rassegnazione di un giovane con pudenda virili, alcune sculture ci attendono tra l'erba Inglese. Scendiamo dalla vettura ognuno con il propio rapace sul trespolo della clavicola. Il mio, dal nome latino Dux Mea Lux è un barbagianni dagli occhi di ribes che vola dalla poesia del poeta Evgenij Evtusenko sino a me ( Occhi neri di ribes nero / come dense gocce della notte / guardano e inconsapevoli domandano / o di qualcuno o di qualcosa. / Caverà lesto il tordo saltellante / gli occhi neri di ribes nero / ma i gorghi del vortice conservano memoria / di qualcuno o di qualcosa. / Non penetrate nella memoria delle amate. Temete quei vortici abissali, perfino / la vecchia tua blusa, non di te si ricorda, ma di qualcuno o di qualcosa. / E dopo morto vorrei onestamente sempre vivere / in te, come qualcuno no, come qualcosa / che ti rammenti, linea di orizzonte / solo qualcosa, solo qualcosa ) fotosensibile alla luce diurna inforca gli occhiali a specchio mi dà consigli, precisazioni, illustra fatti, capovolge sensi, oracolo vivente mi sussurra nell'orecchio con puntualità faccende umane. Il mio amico Omar Biafra, Italiano convertito all'Islam si attarda: si toglie il berretto colore caki con la stampa Kurtz di fianco ( mi viene alla mente il generale Kurtz del film di Francis Ford Coppola : Apocalipse Now. Il famoso monologo del generale Kurtz del film che mi vide giovanissimo sulla poltrona del cinema dormire di sasso, mentre Kurtz interpretato da Marlon Brando recitava; non esistono parole per descrivere a coloro che non sanno cosa significhi l'orrore. L'orrore...l'orrore...ha un volto, e bisogna essere amici dell'orrore. L'orrore e il terrore morale ci sono amici in caso contrario allora diventano nemici. Ricordo quando ero nelle forze speciali, sembra siano passati mille secoli, siamo andati in un accampamento per vaccinare dei bambini andati via dal campo dopo averli vaccinati tutti contro la polio, un vecchio in lacrime ci raggiunge correndo, non riusciva a parlare; tornammo al campo quegli uomini erano tornati e avevano mutilato a quei bambini il braccio vaccinato; stavano li ammucchiate un mucchio di piccole braccia )  lo pone nel sedile pelle bianca posteriore. Il rapace che tiene sulla clavicola è un falco peregrinus di nome Averroè. ( Nome di un filosofo arabo, con Avicenna, il più influente filosofo islamico del medioevo: sosteneva che la verità può essere raggiunta sia con la religione rivelata che con la filosofia speculativa ) Attendiamo gli amici davanti all'entrata. All'interno l'artista occhi di fuoco creativo silente, vede, a braccia conserte interpreta, riflette, si confronta, ragiona, rende l'idea di sè, favella puro di non sottomettersi al mercato dell'arte. Come Efesto ( il quale lavorava nelle viscere dell'Etna con i ciclopi suoi aiutanti il vulcano borbottava sotto i colpi del martello; Dio del fuoco, delle fucine, dell'ingegneria, della scultura, della metallurgia, brutto cattivo di carattere, grande forza nei muscoli delle braccia delle spalle tutto ciò che faceva era di un'impareggiabile perfezione, detto da Omero)  modella e nutre di cenere ogni musa dentro palazzo fuori palazzo. Nella stanza adiacente celebra la gravidanza, nell'altra passa in rassegna qualche esperienza, più in là evoca Moore ( Scultore britannico: il suo stile influenzato dall'arte primitiva tribale rompe con i canoni classici tradizionali. Ispirato dal corpo umano crea figure deformate con lunghe membra innaturalmente distese dinamiche nel gioco di movimenti ) in altre Picasso ( Pittore scultore: innovatore e poliedrico è stato lo snodo cruciale tra la tradizione ottocentesca l'arte contemporanea ) De Chirico ( Pittore scultore: della corrente metafisica, che vuole rappresentare ciò che è oltre l'apparenza fisica della realtà al di là dell'esperienza dei sensi. Il termine significa: dopo la fisica )  sostiene che non c'è ricerca nelle donne di Botero ( Fernando Botero: pittore colombiano che si caratterizza con l'insolita dilatazione che subiscono i suoi soggetti dalle forme irreali non hanno dimensione morale psicologica ) le dipinge uguali da 40 anni, dice. Ce l'ha con Damien Hirst e il suo teschio ricoperto di diamanti che vale milioni di dollari ( Damien Hirst fa parte della Young British Artist: squali tigre, pecore, mucche, imbalsamate in formaldeide il teschio ricoperto di diamanti; le sue opere più note, si interrogano sul senso dell'esistenza, sulle prospettive umane della mortalità, così come l'esosrcizzare la morte attraverso lo strumento della medicina, della religione della procreazione, o della esaltazione della materialità ) ce l'ha con le provocazioni di Maurizio Cattelan ( Cattelan con approccio critico si muove nell'avanguardismo contemporaneo nel tentativo di fondere vita / arte / realtà / fantasia ) Jeff Koons ( il quale nelle sue opere illustra ironicamente l'american way of life la tendenza al consumismo, erede di Andy Warhol esponente della pop art e Marcel Duchamp uno dei più influenti artisti del novecento fauvismo, cubismo, surrealismo, arte concettuale; reinterpreta la tecnica del ready made ) ex marito della porno diva Ilona Staller il quale secondo l'artista con gli occhi di fuoco deve la sua fama più al matrimonio con la porno-diva che per il valore delle sue opere. Mentre parla in modo concitato sposta il vaso cinese sul comò lo rimuove per dare visibilità alla tela scura dietro che ritrae un paesaggio dark con un ponticello in legno nella brughiera che mi pare Italiana sebbene ricordi la terra d'Irlanda, poco distante dal ponticello un borgo. Ascolto l'artista nel monologo. Mi volto per osservare i soffitti i muri affrescati. Il proprietario dell'immobile è distratto dal suo pavone in giardino, mi accenna che ha bisogno di una compagna al più presto gliela deve procurare, in silenzio lo osserviamo camminare tra la natura dalla finestra. La specchiera dietro l'angolo mi ritrae, mi vedo come non sono dentro; sono chiunque altro e questo gioco psicologico di ruoli a volte mi piace a volte lo detesto: passo oltre scompaio dalla specchiera. Mi concentro col mio barbagianni Dux Mea Lux e Omar Biafra e il suo falco, ai titoli delle opere dell'artista dagli occhi di fuoco esposte, mi pare sia bravo e dalla sua forgia nascono buone sculture ( quelle che ho apprezzato all'entrata sono poderose )  Artisticamente feroce nel sapere perfettamente la via che deve seguire un'artista, ha l'ispirazione retta su concetti forti, banalmente non sarebbe artista se non fosse così. Passeggio tra l'eco di stanze semivuote dalle porte assenti e numerosi oggetti: vasi quadri specchiere, tappeti, le vetrate colpite dalla luce del sole creano fazzoletti di luce sugli stesi oggetti, incontro la tela muro enorme di un pittore Francese sconosciuto: ritrae Platone e altri personaggi nell'agorà ( forse c'è il maestro di Platone: Socrate forse l'allievo di Platone : Aristotele ) in ogni caso cerco qualche indizio che non trovo per avvalorare la mia tesi mi distraggo sui testi in lingua francese disposti in una libreria seminascosta. Ne sfoglio uno che dall'odore della carta stampata mi ricorda la cultura Francese dell'ottocento ( c'è un fascino che la Francia esercita in me per essere il palcoscenico della sinistra che ho in nuce come quella fascista ) Proust, Flaubert, Maupassant, in seconda battuta quella russa di Dostojievsky, Tolstoi, mai a quella di scrittori americani che idealmente preferisco e leggo con molta più facilità e gratitudine per la modernità in cui mi ritrovo e sento. Il curatore dell'esposizione un po' stanco e un po addolcito dalla Sambuca che deve aver gustato dopo pranzo ci segue ogni tanto interviene con delle precisazioni, indicandoci dei quadri o delle rifiniture che ha avuto la villa durante la restaurazione. Di tanto in tanto sorveglia dalla finestra il giardino dove dietro un albero basso largo frondoso un pavone maschio nasconde i colori delle sue meravigliose penne. E' sufficiente che il volatile nel suo portamento esca dal verde mostrando i propri colori maestosi per destare nel curatore dell'esposizione un palpito di interesse e guardandoci riflette ad alta voce che è necessario che il pavone abbia assolutamente una femmmina e lo dice con sincera approvazione per l'idea che se mai fosse stata nell'alveo del dubbio ora che l'aveva pronunciata era sancito quasi per decreto personale.          



      

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