...eh per ora me la rido, poi non so se a bottigliate posso affrontare lo sguardo che non posso ignorare. Ho i muscoli allo zenzero, rimuovo la buccia la gratto in un referendum di acqua tiepida aggiungo della polvere di superstizione; vedo se stupirmi di me stesso allo stesso tempo possa significare qualcosa per me. Mi son fatto l'idea di come lei possa essere una gatta dalle vibrisse molecolari e i gatti siano anime imprevedibili. Nessuna ermeneutica di getto come testimone oculare, sia impressionista o da forma estatica. Dioniso vuole le sue vittime in un labirinto illuminato ad esaurimento scorte di buon senso. Gli amori finti li tratteggia libello sul piedistallo odi in pietra levigata a listelli da parquet, camminarci sopra comodi in catene alla caviglia. Ma son duro da reprimere in una valle senza fuga senza scampo. Ho migliaia di colpe origami una dietro l'altra nell'accensione di candele fatte di carta. Reggo sul polso l'anima di ogni avvenimento il settimo senso di natura Orientale, il flusso di un fiume tribale di ombre fredde. In camera ardente m'innaffio di Bourbon e recito il gratta e vinci dei poveri cristi...eh
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