...eh ritrovo nell'erba, verde alta un campo brasiliano il mazzo di chiavi con la penna di un cuore rosso l' adesivo consumato dallo sfiorarsi delle dita col palo della cuccagna illumina la diatriba consumista ad angolo retto. Dovrei avvicinarmi di più, leggere la psoriasi della frequenza per recitare il magnificat come si vuole da che amore è amore. Si per me lo sarà. Rompo gli indugi. Cammino sui suoi occhi la scialuppa mi dirige verso il curriculum a pergamena. Non se la mena e nemmeno io ho il desiderio di menare il cane per l'aia. Aria discreta una spada nel tuorlo di uovo ci trascina in quella cascina. Ho il difetto di aumentare il volume della musica muovere i passi secondo il dettame della nota, la noto, underground bacio al fulmicotone. Massaggio l'idea di noi, la trovo affaticata nei sentieri di un monte brullo nella cartolina di qualche hanno fa a proposito di una fuga. La centrifuga di eventi i venti orientali fanno il resto, il palmo di mano piena di monete si adagiano tintinnanti una sopra l'altra al sole dorato. L'abbronzatura degli occhi di mandorla racconta più delle parole quelle fessure forse hanno visto il mondo rovesciato rialzarsi a fatica ma rialzarsi. Al ponte di Rialto ci ho pensato, sotto i portici della piazza li vicino scatto una foto di noi in seduta sandwich Coca - cola. Affrettati la primavera è iniziata i prezzi sono bassi le strade vuote le piazze idem con patate. Le regine della cucina fioriscono lontane da te, se le dimentichi in un angolo nella loro rete uguali alle altre, tu non sei uguale a chi conosco. Lo vedo lo sento timidamente in me assestarsi riassestarsi muoversi anche se guarda altrove...eh
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