domenica 23 giugno 2019

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L'elica: un codazzo di elegie radio comando. Le frequenze: gambe rinsecchite a chiodi marittimi. Sul lungomare l'epitaffio da evoluto macina le pieghe del volto. Espressionista. Valli dentro cui i turbini abbeverano i guimpe sul letto matrimoniale a baldacchino. Il felino con gli anelli concentrici sulla coda stira il burqa nel risvolto dei jeans, poi miagola la posizione del kamasutra. Fate bene fratelli. Nel cortile incendiato di giallo paglierino la commemorazione di oche anatre sul filo della lana delle Ande. Sul dispositivo col cannocchiale il tergiversare dell'estuario, chioma in rami di latta esterna un trittico di Piero della Francesca. Da ogni finestra sinfonie facilitate dall'alfabeto per ciechi. Rullano i tamburi le pelli tese da 100 dollari. Chi canta chi suona chi ruba chi s'ingozza chi si ubriaca chi fa l'amore per modo di dire. Vive l'enduro nella carne. Le ganasce dei freni incorniciate ed esposte sulla lapide ad memoriam. La giacca in pelle la indossa il tronco d'albero. Il corteo di oche e anatre invita apre le ali le porte ai suini col papillon. Il grugnire politicaly correct della mansueta masnada a cuspide crea la notte imbiancata sulla punta delle scarpe. I fori sono proiettili per il cervello alcuni fuoriusciti altri da tatuare sull'ogiva. Decollo di suono e fuoco nella riforma.    

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