giovedì 20 aprile 2017

328


- Pulsus -

Nel conclave le meches di nubi si accoppiano ai venti lasciano le vele si ammainano tra i petali corti del vino. In carrozze enfiate mi congratulo di pensieri in bianco nero sullo specchio retrò del banco ottico appoggio il revolver. Il muro terra aria di schiena le veneziane verdi ramarro sfiorano i cavalli al galoppo. La gamba del legno passeggia priva del corpo sotto il flash dell'occhio di pesce. Non ho che una venatura sull'asfalto: s'incrina in depressione lungo l'argine dell'ulna. Poi riciclo i dossi in cui la luna ripone i muscoli di pianto Greco. La fune ritta d'attività cammina nell'improntitudine. Dall'alto del grattacielo intravedo il pianto sotto traccia che m'innonda il cuore borsistico del poncho.

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