domenica 27 ottobre 2013

28


 Express


Il fuoco patì il freddo raggiungibile fischio dell'uomo binocolo al collo dell''orecchio fracassato. Sulla neve annerita scesa nello spettro d'un dio menomato. Con la polla di mercurio che piovve innaffiando e oscillando come un'arma sino ai denti, cariati. E finti delle ore di sterminio dal giocattolo di massa. Con l'ombrello aperto, multicolore nell'udire l'inverosimile in uno spiazzo diversificato. Dall'uguale ritmica  di una daga nel frastuono da cui zampilla l'amore d'oro. Di rubini incastonati e accesi nei torti luccicanti come un acquedotto disegnato. Sull'acqua scura allo sciogliersi delle rocce. In fila alle onde impetuose nella forza dell'occhio di smeraldo e ferro, mentre. Tu cammini sul mondo fermo dall'asprezza, fischio rannuvolato dalla lontananza, treno rinsecchito sopra i rami. Controversia di un'allodola che ode nel silenzio il proprio volo avvenuto con i sensi opposti, non addormentati sul guanciale. Evitando. D'intraprendere il tracciato dell'ansia libera, di colori e di esprimersi.    

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