Dense partecipazioni ridotte per le esequie
Dove i fiati al centro dello specchio agitano in una polla il mare più profondo; l'aria strizza cercando il varco aperto dal ruvido calore che sboccia; vivendo col becco la gravità macinata dall'energia; spargendo catadiotri semina l'apocalisse aggiungendo alla cucitura il punzone conficcandolo da nord a sud; agganciato ai fiori di metallo ciondoli rupestri si spellano per il tarpan alato; la cicuta all'ombra azzurra di una benda persa dalla tramontana avvolgendo l'albero; sventolarono la corteccia verde intorpidita di bellicosità; nell'anticipo in cui appassì il più debole dagli afflati poco mossi d'un click rimosso dalla coda tra le gambe; gli sconosciuti divisero la loro vista in piscina contando le carte di petrolio riempiendosi le budella di cartone; sino allo scaldare i chilometri che li separavano dalle temperature molestate; dagli spigoli i pigolii che giungevano da orde polverose si posavano sugli occhi brucianti; i lanciafiamme incendiarono chi compariva loro davanti; irremovibili sposavano l'acqua inumidendo le siccità dell'anima e delle menti colpendo l'esistenza all'emporio; comperando la manutenzione di tapparelle che scuotevano scorrendo i graffi al vento bucherelllando i proietili; sull'avambraccio colpendo i buoi che ormai non pascolano più sul cemento lacrimando; poichè ci si bagna col tappo fermo in testa e la discesa tiene le mani e i denti allineati sul tatuaggio; della mano che nel muoversi tra l'indice e il pollice conquista l'ettaro di carne tagliata; con perizia nella molla della raccolta per strada sul passaggio pedonale; che il ciuffo del'inganno tiene fermo tra i cappelli all'aria, il quale schiamazza il capo di ogni maschera moderna stringendolo tra le orecchie in un covo di fieno al fuoco consistente.