sabato 26 agosto 2017

379

disperso cavalco il delirio del me mi travesto idiot sul palcoscenico dai tempi morti il fallo duro recito dirigo a stantuffo per le imbecilli applaude la stravacca super figa dell'ovvietà spettinato divo da due carati son gioia per la festa vanto il curriculum vitae gambe in provinciale pancia in tangenziale nel legno la testa sulla statale spavaldo sterzo lo tzunami roboante pronto moda destinazioni zero corro a perdifiato raggiungo l'ignoto l'io impalpabile qualcuno ci dev'esser a galleggiar con me nel caipirinha   

378

la girandola s'inacidisce di quattro quarti felice tu sia d'altri sulla barca unicellulare vi è un posto solo la croce tibetana sbarca contemporaneamente iella agita il forcone su questi tempi la prepotenza snob spiana tarantole metal legate alle danze domenica spiove il fieno sulla campagna vi espone la ragione espressionista dove il vortice è l'occhio del ciclone conta i filmati nove a camicia sventolante dalla portiera celeste la salma stesa colora il tavolo dell'obitorio la tavolozza mostra lo sciabordio per le stelle in polvere d'aragosta dall'ostrica s'inclina la voce atlantica col microfono del chorus dirigo di spalle la fila bilingue della voluta sul desinare vibra il peplo di petali rosa le sigarette psichedeliche in bocca ai volti arde furiosa tutti i giorni la scriminatura sulle sporgenze è logo dal circuito della follia  

giovedì 24 agosto 2017

377


- Apocalipse wow ! - 

Nel veleno l'antidoto due mandate sull'alveare della fila Eracle col cappuccio da ku klux klan calato sul cinema agita la lanterna ciondola la sfinge Eolo indossa la giacca d'ananas sonante rossa la Norma si fa chiamare Elena l'abito si trascina per terra l'oro si fionda nella psicosi a trecce nere Narciso il pensionato claudica sull'approdo sale di soppiatto s'infila giù dalla scalea si tuffa al centro dei marosi il negro ha la cravatta antincendio il tatuaggio sull'avambraccio Super G: per gli amici Zeus detemina a occhiali da sole i destini di noi immortali col fiore tra le fauci di un qualsiasi canide tara la zappa col peso ai piedi la rosa dei venti Zoso tra i denti sfodera il biscotto punk chitarra elettrica suona il riff indemoniato incede nel colubro di Esculapio la mano di Ermes lo trattiene sulla base di me and baby brother dei War in apnea sino a quel punto ora risorto come nostro Signore l'angelo dà in appalto a Sisifo l'onere del sacro scosta la pietra dal sepolcro ruzzola dietro il mixaggio don't leave me this way di Harold Melvin the Blue Notes il resto della scaletta breve colma di sterco qualcuno se la infila nella tasca dei paint black a zampa di elefante altri nella camicia con la stampa hawaiana da cui flette la mezz'ombra della luna mezza lassù obliqua surclassa di grigiori gli onomastici quaggiù il Guru ci benedice urbi et orbi col solito pump up the volume dei Marrs declama brother and sister / pump up the volume / we gonna get ya e così sia nel silenzio di una fronda la rivoluzione della frasca è l'unguento di Armin Van Buuren and out of love / miracle di Kygo nel libeccio soffia Paul van Dyk il quale ci libera da tutti i mali ci ubriaca di sana pianta semel in anno licet insanire trance / techno di tutto punto con cui mi presento col drink delle cinque e quattro sguattere del pollaio vestite di piume e pece con i tacchi nel piombo il revolver tatuato sul pube un fallo di plastica con la ventosa nella borsetta la triolagna della tizia che si fa chiamare tizio la tipa va a fornicare la ceffa con i tatuaggi sulle chiappe della Madonna era meglio sopprimerli da piccoli piuttosto che crescessero fuck off.





 
   

martedì 22 agosto 2017

376

nell'ambra un braccio immobile un ettolitro sull'asfalto il rubacuori ripara il giogo nell'aria pennella il tre di picche all'occhio pittato nell'ovvio cuce la carena per la curva la nave di carta si cura nel porto distinguo la necessità sotto l'ascella tra le dita fredde scorre la tubatura l'impianto forma l'archeologia sussidiaria al semaforo se brilla nel verde sulle spalle squittisce da perfetta tomaia lo smeraldo un ciuccio legato raglia incarnito non si distingue dagli altri ragliano anch'essi come fessi tutti legati allo stesso albero odo l'istinto dopo il distinto forse per questo ti amo sei ciò che penso

( rimaneggiata, postata su Tumbler 7 giugno 2018 )   

375

il mondo sommerso dalle gazze atterra sul nodo del fiore la chioma radice si destreggia tra le correnti il lampadario sventola i rami gestisco l'introito di baci secchi sulle labbra il rantolo di carne brucia la ferrovia chiave di violino dalle montagne russe il clamore per venere nel delta è prima della stazione traccia la verticale la cimice s'abbronza nel soppalco arricciato dal suono al suolo mi specchio nella pozza la falcata del valico la registro sul disco la memoria mi dice di là poi mi litigo.

( rimaneggiata postata su Tumbler 7 giugno 2018 )  

domenica 20 agosto 2017

374

le sardine costano il prezzo del baccalà il flipper scivola dalla pigna elettrica alla supernova funziona se incrocia il battello in acqua ogni proposta necessità della chiave su zampa da fenicottero l'altra affera le millefoglie rosa per la scimmie francesi il bruco non è la farfalla intrepreta la poesia in forma gaudente scranno per l'acrobata croce che flirta col cielo norvegese la ballerina del loto declina il ponte levatoio per il passaggio sulla clip degli zoccoli siedono neri sul trotto la ritmica dell'incastro a voce relativa seduce rende le tigri accovacciate l'arco dei trionfi sale sulla magica montagna la sedia a dondolo in vetta cavalca il cappello da equilibrista alle feste non mancano mai i garofani ispirato dal sogno che nutro non so se sia un bene o un male niente di più bello che amare il prossimo

( rimaneggiato sino alla parola flirta esclusa, postato su FB 7 giugno 2018 )
( rimaneggiato il resto: da flirt in poi, postato su Tumbler 8 giugno 2018 )  

373

divelto dalla tua apparizione stendo la passerella sulla stagione il davanzale mi mostra le gallerie due bicchieri on the rocks ci abitano traffico il loro smoking di cristallo si eleva a morale chiodo fisso il caldo brucia il raccolto nos non pluris sumus quam bullae l'orto atterra sul pube in area di rigore bigia la capitale fischia l'industria di piacere depenna abiti per la cena nudi al buio il silenzio poco prima della croce di Sant' Andrea pessima la girandola col traghetto è carta in mano il triangolo mi tintinna all'orecchio sul capo la scintilla cosmica specchia la spettrale funambolica arma da taglio indice per la festa il cimelio in ogni budella il ripieno si smorza in padella a candela arrugginisco nella posizione di statua l'invaso colma le orchidee annaffia l'ombelico granello di catena la treccia toglie l'autunno l'inverno se ne parla a primavera quando le giostre fischiano legate al suolo col filo di vento danzo sul nirvana a corpo morto aderisco allo spolvero degli steli ti vedo sul fieno se ti perdo ti ritrovo mentre scorro con l'idea di un inizio vibrante corro con l'uccello del fuori ed è una gara a chi si muore dentro
  


372

questa corsa sul ciglio della fronte non può essere che donna rampa a perdifiato il lancio al vento piega i minimi dettagli a piedi scalzi la sera diretta dai colori metrati regge l'avaria sull'istante dazio di metropolitana al sole sotterraneo la scorciatoia millesimata priva di saio per necessità con cui sello il cavallo è virtù che abita la metafisica cuce metafore sul volo archeologico crolla il lancio delle pietre desnude l'onda intonsa è accesa nidifica sul visibilio rosato sabbia d'ogni comparsata l'edera screziata l'utopia friabile lo scendiletto che colpisce il pioniere nel breve spirito bronzeo in cui vive

371

la glottide in ferro decolla dal letto di farfalle voce sul fiume corre incendia sbatte il lenzuolo sulle mani incallite il fantasma schioda la polvere sul ghigno seduto deambula goffo sinistro incede utres infilati ambulamos il collo stropicciato emerge dalla baccinella galleggia il senso digita lo strappo favella concia le mura con l'avambraccio esce di mezz'ora inviolata l'estetica brizzolata porpora di risate fa mezzasera al tavolino intreccio alghe fossili  la musa vestita blu mi bacia in segno di pace trasformo il principio con l'ago il ditale cucio le acque separo il cristallo indosso lo scacciapensieri   

sabato 19 agosto 2017

370

il viaggio è niente più che un nugolo di zanzare dal rumore secco accende il morire al funerale priva il fantasma della guardia il corpo cimice cammina su quattro idee verticali la distanza semina il calcare sul megafono la voce cura tutti i mali la grinta che non hai riposa nel nodo a fazzoletto trave di foglie sempreverdi la siccità di questi mesi arrugginisce la fanfara appollaiata a fari accesi si libra afferra il contrario lo scontro suona nelle viscere dita corte da pianista afferrano il polmone del piano agito l'elmetto vibra sonnolento l'inglese sullo sgabello dipinge apre lo sguardo al bar oltre frontiera con le lacrime agli occhi di lei osserva il dibattersi delle mosche orbe le innumerevoli vedettes dal bicchiere metà vuoto metà pieno le benda il wiskey staziona ad olio compresso sulla criniera la pensilina con un velo caldo dalle casse stereofoniche getta in piscina l'io tra cubetti e fette di limone

369

è sempre la stessa vita meravigliosa rostro dal destino fagocita i debiti lo sport copre il pendaglio lo scheletro si deforma spiaggiato ritaglia lo spirito genera il cosmo multicorde dà frecce violini archi bassi contrabbassi l'orchestra di meraviglie dentro fuori la stampa divelle il cromosoma all'addiaccio è un giorno qualunque di un mese qualunque non c'è peggior qualunquismo ritmo famoso in quattro battute per la tua voce quanto mi manca la sottolineo dall'eremo supellettile il ghiaccio avvolto nel fazzoletto vi ricama ogni mossa di carte ed entra il fiordo di porfido purpureo sul male in arnese

368


l'avambraccio pittato la sirena in cattedra l'ombra ai tigli il compasso della strega lo sviluppo funereo del bikini l'apologia al sole non penso ad altro mare sullo sfondo l'acqua il pesce turchese il gomito del fiume segue la versione remastered lo sbadiglio pronuncia l'ansa le ciminiere in suffragio qualche voluta in periferia alza il refolo d'odore al sax l'orata crea il fritto misto dalle fauci la finestra pettina addita la messa a fuoco ogni valore ha il mozzo il secchio super di ieri accende la parabola dalla rete le donne ingentiliscono il bestiame neutralizzo il killer nel triangolo triviale rivedo la forma del cartello scaleno entra il caseggiato lo slogan del piacere muore nulla dell'ottocento dice la scaletta

venerdì 18 agosto 2017

367

questo infinito tepore che abbraccio illune simile al movimento del cuore stabile variegata odo la tua voce disvela incanti fluttua svenevoli glaukopis al greto del fiume rinsecchito giaccio di pelle nei petali gofrati siamo angoli di noi corti sino al ginocchio zoom l'interminabile bacio mille altre volte tu  

giovedì 17 agosto 2017

366

le considerazioni in tempi di recupero un flash l'alto verso il basso di memoria marxista o marxiana comme que vous voulez dire lucioperca nelle acque poi all'amo non ti amo ti amo non ti amo il tiro spiaggiato la sabbia la gradazione rosa il corallo fuxia lo shock della sfera i sandali di cuoio legati alla caviglia sexy il tallone Achille l'unghia dell'anulare vermiglio ribatte il tratto di sole abbacinante la testa nei pensieri il caffè rigorosamente americano da sorbir sacrale l'accappella dopo partita l'intervista vera tutti neri in fila con l'ugola rivolta a Dio è un amabile schiaffo alla rozzezza il gospel di lei che mi bacia troviamo le nostre lingue intrecciate ad occhi aperti di sudore nudi e dentro di noi    

365

la macelleria halal serra la porta di mosche siano sulla carne vermiglio cogito il dardo trasporto vento dall'abbazzia sorrido di disprezzo l'isola per il popolo vettura s'asciuga col maltese è raro non vedere dei campioni della polvere da sparo preferisco l'odore della frutta mi distraggo la divinità adorabile inietta la civetta l'ulivo sul palmo non lo sa mastica l'hot dog il fumo una sciatteria di cui non ne hai mai a sufficienza ordino una Bud gioco a catapultarmi le cervella mentre osservo il mondo che gira conto i soldi che non ho in tasca quelli che ho speso per i libri son spesi bene lo paghi uno lo leggi tre volte per capire è il divenire per gli intellettuali dell'economia ma qui da noi non si muove foglia che Allah non voglia la tenda non del tutto sfasciata la pianta impala la recita mattutina liturgia dissennata creata di sghembo incardino la voce roca poetica senza alcunchè di memorabile " 2000 proiettili rubati " invisibili tra me e me non saprei siamo semidei non ci consumiamo certo di amore solo il tempo epico ne è capace riannodo la trama col coltello infilo il punto croce fuscello di lei diafana bella come il sole l'amo dalla magia dell'incontro desidero coltivare un giardino di speranza di affinità costruite sul dubbio incerto la possibile vittoria sulla mediocrità il mistero non si spiega a parole si sente l'amore è amore sempre c'è scarsità sii forte siamo solo noi non si fugge dalla gioia esteriore nell'intimo  macro popola il canto serve la coscienza morale ha a che vedere col micro ? m'intrufolo lì nella zona grigia in cui tutto si muove per una ragione che non so di sapere ci azzecco 

mercoledì 16 agosto 2017

364

ora giro intorno al destriero sciame lieve del margine roano valico il vetusto dal mare l'impasto un susseguirsi di atterraggi su gambe paludate di crusca riemerge puntuto al vespro il flusso sanguigno simile sabbia lava resina non dico nulla sbarco souvenir tacco di polvere lo spruzzo sul possibile selce ti ho nella testa non son matto il tempo brado non ci risarcisce ti amo a catinelle abbiamo perso se ne va il frinire l'andare sonoro prima del belvedere la primavera che funziona ha la propria stella parcheggia nella pupilla a pettine di sottecchi sul tuffo dal trampolino niente da eccepire la faccia di mezzasera  al ritorno spiega l'espressione cambia la vita è il non saper che esplode rantolo nel fiato

sabato 12 agosto 2017

363

è così l'ombra del destino da cui provengo bacia avvelena scarta per amore l'infinito unisce separa la distanza tra noi è vita nell'abbraccio avvinghia l'imo adora il sussulto filamento il lucore che vede astro il tuo pronunciare flautato verbo dall'arco della tua bocca nitida di puntuale metrica sensuale sul bacio di amanti in pectore  

mercoledì 9 agosto 2017

362

poche cose nel divenire il pallido raggrinzito cemento d'ufficio la stuoia sempreverde qualche parola fuori dai denti è un indizio benevolo il resto sul crinale del falò la vanità della lotta tra poveri un passo dietro l'altro il gambero trascorre l'orrido raggomitolato la corolla illune sta distesa sulla risacca

domenica 6 agosto 2017

361

non percepisco il tempo in linea retta esponenziali le congratulazioni costanti le diversità dell'io col sè me medesimo si abbraccia con l'imo gli strumenti dell'orchestra per la sinfonia d'una rapsodia del mio sentire è bella la scelta Robbi bella la donna la belladonna così è amarti non averti e non morire

360

fosse null'altro il sapore d'un'impressione fugace su cui ragionare pensieri compiuti è come se l'amore ci riconoscesse nemmeno sbigottiti in noi punto interrogativo di occhi e labbra ci teniamo per mano gli sguardi chiacchieriamo non saprei dirti per quale ragione mi sia innamorato di te stavo così bene

359

sono indisciplinato bacio i morti con disonore di moda sulla linea dell'equatore la fila in controluce è dei colombi sotto la linea dell'equatore il candido airone sorvola le antenne del grano bronzeo veniva dall'oro quanto mi piaci se ti sento interpreto i silenzi delle parole passo dopo passo le campane recitano il loro gong di successo dal cono spezzato l'ala della beccaccia stecca l'andirivieni interiore la caratteristica del borgo rosa sul palmo della mano è lignea le palme dal lungomare arcuato flettono dove non sopporto i corti col baricentro elevato che richiama l'ombra a mano bagnata i super ovvii gli gnomi culturali becchime color mais per l'aria condizionata fisso l'occaso sul cartone filigrana nera

  

358

col berretto d'ordinanza piego le dita sui diamanti fletto a piccoli pezzi la voce al sicuro la tormenta l'eclissi dell'imo la successione eterna spara l'aria sulle mani di gioventù calcola perle asciutte dai toni sessualmente plausibili ogni sentiero sfumatura raccoglie la cenere divelta sfatta di prossimità un bacio di baci saziami col pargolo in braccio lo stato di gravidanza getta le spelonche fuori dalla nobile nudità la fila interminabile di donne l'infelicità di congreghe i papaveri nel vasto campo di grano sul trampolino i lanci carpiati della vendetta un batter di mani consecutivi in dissolvenza la bettola più importante del mondo non è il tuo orgasmo ma il cuore che sconfigge l'alterità povera di fiabe      

357

se desideriamo vivere possiamo separarci ci spogliamo delle vecchie cose arresto la luce di contorno numeri a farfalla il divenir di luoghi il volo davanti gli occhi è qui altrove taglio l'immedesimazione a voce redarguisco le emozioni disperdo le novità chincaglieria vetusta mobilio che delira durante il sopralluogo specchio che agisce di mio conservo la sabbia bagnata dei castelli sul mare un pizzico di mors tua vita mea negli spaghetti deambulo col faro acceso l'evoluzione del motto in camicia nera la gonna bianca a doppio fondo la parure dei vini ci investe ciabatte e teli da spiaggia sui sassi bianchi 

356


solita croce fluorescente danza di notte sullo stagno non è il coraggio che manca alle pessime gambe color rapporto certo delle autorità sulla vettura scintilla la postura dalla serrata la song faccia mai vista sbraccia sul divenire il kechab sparso sulla pelle tinge il sole morbido sul frinire del tintinnio per la borsetta sale il profumo di rovescio adoro le nubi mi commuove la schiuma l'onda sull'arenile in e out un pesce gusta il raso terra del via vai la moda di punte innevate lassù l'idioma stentato la lettera erre altrove la pf  mostra il conto al tavolo col branzino tra i denti il fulmine si getta sul ciel sereno chi prende l'ala dello storno la gabbia d'identità rulla il tamburo il cane s'innamora di una gamba la coda è spiralata inforco gli occhiali la tipa in slip sul telo mi dice " ...visto che sole ? "

355



 - Renè Magritte -

Mi levo il cappotto dalle mosche gronda galvanizzato dalle elitre indebolisco le nervature ingessate dai ricordi fluttuo a mani aperte giunte in preghiera con il senso imito il ruggito dall'abbaino al lancio di fantastici aeroplanini separo l'inutile verso col mazzo di fiori la parte di eredità pancia con cui ho a che fare l'istinto del dripping a labbra sul piattino su cui deposito a schiera il canto dalla filastrocca la brucio carta illustre sul palmo di mano divampa nel coltivato gemellaggio il resto del creato forma i calli reali in equilibrio sulla linea della vita col vapore acqueo si attenua l'estratto d'acquisto dal bon ton nasce l'evoluzione rinsavisce le gabbie di orate da cui vedo il fondale di tre secoli oltre preludio da f.lli. Lumiere locomotiva sbuffa tremula foglia di vertigine l'emisfero si accalca l'appendice dal finestrino si dipana e saluta sepolture in contumacia dieci battiti d'ali sulla cassa poi il registro a testa in alto se incrocio lo sguardo introspettivo nessun lucore a corpo morto mi ballonzola estremamente dallo spirito pervertito l'antro rabbuiato è la prassi a fil di lama il fiotto di sangue eseguito veste di tutto punto il refrain viene dalla terra se ne torna in terra scompare con l'ombrello.  



354

la cecità dentro fuori di noi affogo sotto il cumulo di macerie eppure canto il non vedere mi abbaglia il reticolo di filigrana tessuto dal ragno l'oscurità si mostra elegante poi l'etica l'estetica vi è un pugno dal cuore di magenta il mondo  divampa occulto sulla mano estesa infiamma ferisce il saluto incanta ed imperla i cuori la benedizione del nostro idioma da Italiano subisco il fascino dell'uomo libero 

353

 - unplugged -

il rotear di ghiaccio nella gabbia il lauto pasto terminato ostile sulle giacche il sussulto d'alghe al seno l'urbanità del nero ove domina svolazza dal murales l'esclusivo tra le pareti solide e liquide i tavolini all'aria le gambe eburnee accavallate dal palco forme inequivocabili di chitarre acustiche il monologo la poesia stacca rende impressiona il germoglio non può separarci se ci vogliamo vivere bevo il drink  

352



ogni pedalata il ritmo alchemico un brano del corpo si sdraia unanime la capocchia del fulmine brilla balugina nell'ombra capotavola la breccia la trota silohuette verticale il salmone del palazzo la pinna caudale è saggia la sferza dei venti bussola manovrata dal milite ignoto nega disegna la privatezza in ogni palpebra ofusco il nero dei quadretti interni la vigna di riflesso ora aperta ora chiusa si rinserra il branco di alghe dalla voce porta la compilatoin fiorisce la pienezza nella trance della giornata afosa sotto tenda l'opera a coltre chiusa dal sistema si dispone nottetempo risale la corrente esponenziale lo yacht sul podio del porto è un piacere dal pontile qui la brezza muove le gonne nuove sulla terrazza la nottola di Minerva spicca il volo sul far della sera il giorno appresso l'allodola annuncerà il nuovo giorno denso di problemi da risolvere. Per ora porto in tavola piatti e vino si vedrà la piega che tira.


     

sabato 5 agosto 2017

351

la campana mi richiama ossessivamante i timpani d'una certa avvenenza battono sulla ghiera il tempo plastica sulla session di linea nera è l'underground significato da cui parte il cappello da saltimbanco sul sorcio svanisce la pulce dell'io tutto avviene sotto gli occhi parziali dell'ora dal grand'angolo sopra le teste il foro da cui la coda appare scompare nuvola si avvicina al padiglione dalle labbra il rantolo d'amore odo il sibilo s'infrange nel coro cosparge il corpo lacero di frenesie fuori i calzoni la camicia rigorosamente avio col ricamo del sole si fa propria l'esistenza sbadiglio al fresco

350

l'aria in testa mi copre l'isola muschiata picchia 4x4 sul pendio scende greffettata d'oro corre sino al blu nobile dalle vene il reticolo di fiordi traccia l'intensità di sudore dai vicoli ghette di germogli tra le scarpe sotto le suole milioni di seni mezze lune pietre sollevo il carico vestito corvino con lo zoccolo infilo il chiodo argento nel tuorlo l'uovo sanguina dalla camicia lo sperone mi si avvicina il tizio caio sempronio dal fare trafelato domanda se il lucore dello sperone quando ciondola al collo pubblicizza il firmamento pazzo fuoco l'artificio o sia realmente la festa barbarica d'un santo apostolo del passato