martedì 31 gennaio 2017

295


 - Una bella giornata -


oggi è stata una bella giornata. La ruota del tacchino torvo era carne priva di palpebra sonora solcata dal pioppo dalla buccia scolorita. L'ardea cinerea sul ghiaccio indossava alle zampe i tacchi a spillo. L'ardea candida tasto d'un piano a coda, agitava le catene in  volo virando sull'incudine, col martello rumoreggiava nell'icavo dell'otre. La zingara con femminilità si aggiustava il chiodo di legno tra i capelli,manico di scopa nell'enclave rouge la stella con cui si copriva nel dormire a terra, alacremente puliva il cortile della tundra. Sbuffi di meteore rotolanti sulla schiena temporale sino all'acqua salata del muratore. Blu la linea delle spalle tramonti tersi di Febbraio, con la bicicletta pedalava sul ciglio della strada. Al contrario un paio di fari sbrinavano il circolo polare che gli si poneva di fronte di qualsiasi senso fosse raggrumato l'asfalto. Fisso lo sguardo imbottigliato dal percorso dentro cui la cinese osservava la donna romana nel pieno nero che ammalia. Nonostante il corpo non può, la gazza in doppia livrea afferrava la balaustra dell'incedere in stile trattenuto. Al timone, lirica e vanità mi vedevano passare con santità e inganno, per l'amor di Dio.




domenica 29 gennaio 2017

294


- Demos / kratos -


La stella treppiede magnifica sonda nell'occhio dell'uragano stura l'amore. Somma lieve dell'orologio quando ingarbuglia tralci di vite, il salice piange tra due ossa con cui gira il tempo. Cogli la falce, pianti il martello, turbi l'angelo pro tempore: lingua cadaverica ferita. Modifico la struttura nei suoni moderni. Spengo l'avventura dell'apocalisse dei trent'anni nei magnifici vent'anni. In controtendenza il viaggio. Calesse trainato dalla clessidra vestita in classica sirena, sul portapacchi la colubrinetta miccia di cattivi pensieri a supporto. Pallido nel plasma in dodici pollici con la scure da guastatore nella fusciacca creo tromboni di pelle umana, tamburi col ritmo di pube. Tronconi a flussi, rapsodie, sinfonie, brandelli di carne increspata dal sale per la famelica platea dalle bocche insanguinate. Nelle carte da gioco ogni saltello sul destino di ciascuno. Cogli fiori senza tubare, la legge è modo di dire.               

sabato 28 gennaio 2017

293


- Slideshow -

Alla modella confido " il mio occhio è pigro se lo sapessero i committenti dei miei quadri perderei il lavoro; ti vedo mi accorgo che l'occhio non è pigro, ma vede quello che ha sempre desiderato vedere ". Nel pomeriggio siedo su una panchina in un giardino vicino casa. Il cane mi ha sbriciolato a morsi il taccuino in cui scrivo poesie. Un orientale mi chiede se può sedere. Qualche minuto di silenzio domande sulla città, parliamo di William Carlos William, di Allen Ginsberg, Frank O'Hara, mi chiede se scrivo poesie, gli rispondo di no. Prima di andarsene apre una sacca estrae un taccuino una penna, me li regala. La sera la luna pare essere un lampadario luminoso in un bar di Berlino, la ragazza indossa un abito color porpora. Si avvicina all'angelo al banco, gli parla d'amore: " è necessario che ti parli / spesso sono stata sola, ma non ho mai vissuto sola /quando ero con qualcuno eravamo spesso felici, ma allo stesso tempo tutto sembrava un caso / queste persone erano i miei genitori ma avrebbero potuto essere altri / i miei fratelli dagli occhi marroni avrebbero potuto averli verdi, avere idee diverse / la figlia del tassista una mia amica avrebbe potuto tradirmi / amavo un uomo avrei potuto lasciarlo li e andare via con uno sconosciuto incontrato per strada.../...dammi la mano, ma non darmela e distogliere lo sguardo da me / credo che questa sera ci sia la luna nuova, nessuna notte è più tranquilla, nessun spargimento di sangue in città / non ho mai giocato con nessuno, tuttavia non ho mai aperto gli occhi, ora è una cosa seria / finalmente diventa una cosa seria, sono i nostri tempi che non sono seri ? / non sono mai stata sola, mi sarebbe piaciuto rimanere sola, la solitudine significa stare in me / questa sera finalmente sono sola, devo porre fine a una coincidenza. La luna nuova della decisione, non so se c'è un destino, ma c'è una decisione: decidere il tempo / non solo la città ma tutto il mondo sta prendendo parte alla nostra decisione / noi due siamo ora più di noi due, incarniamo qualcosa, stiamo rappresentando la gente, i colori in cui tutti sognano il medesimo sogno, stiamo decidendo il gioco di tutti / sono pronta adesso, è il tuo turno, teniamo il gioco in mano, ora o mai più, hai bisogno di me / non c'è più storia della nostra, quella di un uomo una donna che sarà una storia di giganti, invisibile, una storia di antenati / guarda i miei occhi sono l'immagine della necessità del futuro di tutti /. La scorsa notte ho sognato uno sconosciuto come mio uomo / solo con lui avrei potuto dire ciò che ho detto / tutto per lui, accoglierlo dentro in me circondati da un labirinto di felicità. Quell''uomo sei tu. 

* Alcuni chiarimenti su ciò che ho scritto

Il post è composto da tre parti di film. L'incipit da Rembrandt di Peter Greenaway. La parte centrale da Paterson di Jim Jarmusch. Il finale dal monologo  tratto da Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders. 
   
         

mercoledì 25 gennaio 2017

292




 - Niente di chè  -


Il tramezzino s'infila sotto la tavola, il rossetto rosso sulle labbra distingue chi parla da chi mangia. Il cane fiuta il tramezzino, tira il guinzaglio del padrone intento a sorbirsi un drink. Le zampe raspano sulle piastrelle sporche. Il cane si squaderna attorcigliandosi col guinzaglio. Bevo una birra mangio qualcosa, guardo la gente. Mi sono alzato dalla poltrona del cinema a metà film, non lo sopportavo. Il cinema nero, le tende blu chiaro, lo schermo bianco, il jet set dell'underground della metropoli, tutto coincideva con un film cult, invece un film monotono. L'inizio ad ampio respiro, un paesaggio visto dall'alto, poi una volta entrato nel dettaglio della trama, la mia difficoltà a capire, ad entrare nel dialogo in dialetto stretto, sono rimasto distaccato per tutto il tempo aspettando di potermi ricredere nel dire che mi stavo sbagliando dicendomi " ma si è bello ". Niente da fare: il film mi disturba. Anni fa in una notte fonda di silenzio lo avrei visto su Rai 3, l'introduzione cinematografica logorroica di Enrico Ghezzi: non avrei capito, mi sarebbe piaciuta ugualmente. ( Come mi piacque, sempre anni fa, la sua performance strampalata  all'interno del programma di tre sere dedicate alla musica  ) Il cane in una mossa  cattura il tramezzino sotto la tavola, torna dal padrone il quale riagguanta il guinzaglio. Fuori piove come quando sono uscito dal cinema.

 

lunedì 23 gennaio 2017

291



- Il pedigree -


In ogni sguardo incontro la superficie dei panorami. Il sibilo attratto dal rimorso incenerisce la vista, apro la porta, sfoglio la pagina. Mescola il grano l'abitudine di vociare in sottofondo, scalza chiunque vi possa assistere, regge parametri stantii. La tribuna dorata abbaglia chi intravede viaggia parallelo al treno in vetro. Gli occhi si aprono all'orario stabilito non dimentico la zona. Passeggio sul ponte, la cipolla legata alle anelle forma l'ellissi. Nella pineta le parafrasi forgiano lo spirito, sui sentieri le foto d'agenzia in ogni tendenza a scatoletta di tonno. Col filo nel buco la sutura lacustre al terzo occhio, ricamato dallo spirito d'appendice, il sangue ovunque scorre nel libero avvenire dall'oblò appannato.

sabato 21 gennaio 2017

290


SPQR

Sono Per Questo Regno, non si vive nel mormorio di chi ama strisciare, racconto il coltello sbuco dal fodero freccia nella faretra. Servo mani dipinte da Vermeer dono lo spazio alla mutevole sapienza, tocco il calibro dei sensi in seta oltre la fisica. Inchiodata sulla fune nell'orbita la luna recita la propria sequenza: in ogni giorno il futuro d'ogni notte in cui Dio c'illumina. La missione scivola nello spazio elettrico che consacra i baci di storia millenaria. Sono frastornato dal tuo volto la bellezza d'ordine sublime non sfugge al mio cuore. Danza energica di vitalità, fanciulla, figlia, sposa, amante, libera, esatta Regina d'ogni spasimante ventre forte ai venti  nelle tempeste ci sorreggi prua rivolta al futuro. Pura follia non amarti: esprimi la volontà di potenza dell'opera d'arte, uomo donna.


  







sabato 14 gennaio 2017

289


- Memento mori -

Nell'attesa di morire fingo la vita distratto dal dolore, non immagino i baci dal tuo mondo, sono al confine dell'astro dell'imo. Cellulari rattrappiti all'orecchio impediscono fumi di sigaretta. Si rivelano linea retta in distonia prima della duna di sabbia. La polvere dispersa all'aria porta la fortuna aperta libera di gelare a modo suo. Mescolo, stempero l'invisibile sul tuo volto incastonato d'occhi neri.

288



- Femme fatale -

Un accento, un verso, un nido d'ugola, frutto per chi l'avesse udita, fluiva dal respiro, calibrava la vita invadeva il greto del fiume verso il mare, celebrità in piedi sulla zattera. Preannunciava il delirio del proprio tempo, incantava il tratto soleggiato con l'estasi delle note, imprigionava il buio dell'alterità, stingeva il dolore. La riconobbi quando si avvicinò. Le lessi il suono inconfondibile della donna nel prorprio corpo. Ci vedemmo da due punti di vista. Con le sue amiche attraccò la zattera al molo, in coro scendeva con le altre voci al ritmo del legno delle assi calpestate.




venerdì 13 gennaio 2017

287


- Triumph -

Mi cibo di storie dal gambo aulente. Sul declivio i battiti cardiaci riversano le loro trame sulla strada, quadro d'innumerevoli avvoltoi attratti dall'inesorabile involuzione di reame. La funzione fiammeggia quando ci si espone come petali d'ottone al censore ordigno alla lettera. Mi si avvicina in caratteri cirillici la consulenza rotabile al proprio tuono: è cuore fragorosamente totem. Converso al centro, diamanti col casco in mano, l'andatura palestrata corre sul tapir roulant, lui. La sigaretta accesa nella mano diafana, lei. In sè stessi il dorso un ruvido ricordo spesso scosceso candore di somari d'asfalto. Non vi è dubbio tra corsi e risorse come nel fiore vi sia scoppiata la pace a nocciolo d'argento.




286



- Opera omnia -

La culla dell'ape si dispone sublime. La bella sul crinale è morta sgozzata dai baci. Carcassa di Rolex increspato di zolfo vi cammino abulico, vendo lancette da balia brillanti. Spigole fluttuanti, pesci sulla fune dalle ore più scure. Rendo egemone il pensiero etero nell'acqua torbida dei tempi.

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- Juke box -

L'ampia coda a portapacchi fiammeggia di fiori rossi a ventaglio. Illuminata dalla torcia l'intera città ascolta uomini donne rimossi dallo smog personale. Sguardi periferici cui detergo il profumo reggono il fronte dei cori argento. L'intensità è un piccolo affare, non più grande d'un salamelecco. Il venditore d'effimero muore al freddo sole, ma il lupo della tundra vive di vibrisse visuali.

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-  morir d'amore -

nel corpo a corpo ci scavalchiamo incollati tuorlo albume attorcigliati stringhe di carne sfatti a forma di cuore noi due al risveglio lievi pulsiamo sotto le lenzuola che odorano i sensi dell'uno e dell'altro   

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- Daimon -

Cos'è questa strana cosa che m'invade egemone presso il cuore dove il sentimento si svolge artefice di lucore in ogni punto di vista ? Voci di stucco a ciglia nere simulano la vita provenir dal tavolo. E non penso a te, che mi scuoti dove non so, un frullo nobile il vederti per sentirmi come non mi percepisco. Bensì l'impiego di anni per correggere la postura in cui trascorro l'espressione sorpresa. Nell'articolo ruggine costui col giornale fa sul serio compie l'andatura sciancata di chi non improvvisa. Il trainer sale in vetta. La zip cabinovia sull'altipiano del gilet, l'onda il bottone dell'arenile madre perla. La location la luce i flash.  Respiro la salsedine del mare mentre vi guardo da lassù conversare, muovervi come esseri umani. Al  momento opportuno vi spedirò nella bolgia dell'inferno.  

domenica 8 gennaio 2017

282


- TDK 46 -

Nel disco di vinile il tuffo, con la punta il diamante risorge nota. Commetto il delitto senza enfasi. La Musa sprigiona la decisione incisa all'ipnosi ritmica. Vibrisse di realtà avanzo di pretese. La vittoria per l'amicizia conversa lame incandescenti. Vi è negata per sfortuna. Nel viaggio l'orbita conquista gli appunti derelitti. La modernità presunta si aggrappa per credere all'amore non oggetto. La piaga ci seppellisce e scatena la follia. Lo strapiombo, l'orrido, il baratro, il passo musicale è breve. 


* alcune precisazioni  su ciò che ho scritto

il titolo ricorda la musicassetta, cassetta nastro, audiocassetta, composta da due bobine racchiuse in un materiale plastico dentro cui si raccoglie il nastro magnetico che riproduce il materiale sonoro.      

281


- da A a B -


Una torma di gabbiani sulla cresta del canto segue l'aratro nel solco della toga la cui rima sfoggia la facciola bianca sull'onda cava del traghetto la corsa sbatte le ali da perfetta cubista getta la lenza alla frequenza di cime erette montane da cui sorge l'acido lisergico occaso raffermo occhio di voce pane nella notte supina sul tavolo santo cui tesse i punti veri tra l'acquario l'ugola vocoder presso gli occhi.




 * Alcune precisazioni su quello che ho scritto

 Il titolo evoca la battuta di spirito di A. Einstein quando afferma che la logica vi porterà da A a B: l'immaginazione vi porterà dappertutto.

 Le iniziali del titolo sono le iniziali di Andrè Bretòn poeta inventore del surrealismo.

domenica 1 gennaio 2017

280



- La vie en rose -

( brevissima sceneggiatura surreale )

Al grammofono tromba cappello da strega, Edith canta un tratto divino sui tacchi del puma. Pettine di nero sbrinato veloce fiamma di capelli sul ponte. Son distante da tutto, tutto è distante da me. Maturo cumuli di colori smaltati, all'aurora il riverbero m'applaude. L'achitettura risorta dalle parti è un pezzo di torta in controluce, tramonto per ciascuno. Deambulo con le gambe le braccia di marmo, circolo sull'inverno a sesto acuto di seta nelle tasche. Col filo elettrico mi riavvolgo nel senso che non trovo, guardo l'arco voltaico cui son geloso, mi sollevo dal parco, acceso spento, intermittente fatto strafatto come fossi ad una festa, sono ad una festa ! Che dico ? Non ho mai conversato con stanze dell'io ignote senza trovare amore. In centro la città, la vita a doppia mandata mi osserva. Osservami pure ! La rabona nella pupilla l'afferro di scuro col Bloody Mary sulle labbra felice se m'intingo di afrore. Non so che dire delle striature che incontro ovunque sulla mia pelle, storie ripetute, storie di amore, di stanchezze, l'augurio acceso sul tavolo che precede la solita notte verso panoramiche d'amore. Così rotolo dalla vetta sinuosa, un occhio nel proprio bulbo. Inutile il vocalizzo che dibatte sulla dottrina: non per me. Non so tu come possa trattenere tra i denti il fuoriuscire del seme, trasformarti in led, poi scorrere sui fili del tram della Milano da bere. Il cocktail è l'intenzione del barman, Ritz Sidecar vede il cognac riserva dal 1865, io non vedo da qui a là, amami ugualmente. Il lemma di fuori, conversa petunia / fiordaliso, sull'anello il diamante dell'indifferenza nella danza che non inquieta. Sempre la campagna di bronzo forgia il salubre in saluti all'aria. Tra le vie ammorba il femminile, in seno ad ogni profumo il seguito. Non ti ho mai vista a mani nude, l'obbligo ci trattiene, il lapislazzuli al trucco vi emerge patto, divieto di assaggio. Non vi è Cristo di legno in lingua che tenga, il biglietto su cui il motto ci ama è visibile in caratteri inglesi. Affamato dalla nebbia tingo l'animo sommerso. Tu altrettanto. Rimane il vapore sul palmo dorato che vede il fiordo intenso, il foro di proiettile, fuma quando ci persegue sessualmente sdaraiati nel bosco, c'inebria maledettamente in noi lo sappiamo.


* Alcune precisazioni su quello che ho scritto


Il titolo - la vie en rose - è una canzone resa famosa da Edith Piaf, Edith Giovanna Gassion, detta passerotto in francese ( Piaf ) cantante attiva negli anni 30/ 60 del novecento.

Rabona: la rabona è una giocata spettacolare nel gioco del calcio, un movimento in cui si colpisce la palla spostando il piede calciando dietro quello di appoggio. In Spagnolo Castigliano significa, coda.

 Bloody Mary: cocktail a base di vodka, succo di pomodoro, spezie piccanti od aromi come la salsa Worcestershi, il cren, il sedano, il sale, il pepe nero, il pepe di Caienna, il succo di limone.

Ritz Sidecar: cocktail preparato a base di Cognac ( Cointreau, Grand Marnier ) liquore di arancia, succo di lime. Inventato a Parigi nel 1945.