giovedì 28 gennaio 2016

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 - il figlio di Saul -

La mia amica Caterina Lisiex è convinta che gli slavi non siano migranti, gli ebrei siano nazisti, i negri intelligenti, gli arabi attendibili, le moschee per pregare, i pakistani non  puzzino; nella scala dei valori gli omosessuali abbiano la fame nel mondo al primo posto e non il piacere, e la libertà per le donne consista nel guardare vetrine e nell'andare in palestra per ottenere due glutei sodi. Caterina ha la testa piena di questi convincimenti, ma è una persona piacevole e senziente: non avrei il desiderio d'imbattermi in una sorta di caso a neurone unico intavolando incomprensioni per tutta la serata. Ma il secondo concetto di libertà di Caterina è interessante, inoltre Caterina dal vivo è splendida. E le dico si al telefono << Zen...mangiamo qualcosa e andiamo a vedeve un film d'Essai che m'intevessa ? s'intitola - il figlio di Saul - >>. Entriamo nella città notturna e parcheggiamo la vettura ingombrante in un posteggio per disabili << non guavdavmi così Zen, non posso mica cevcare il pavcheggio pev tutta seva !? >>. Entriamo in un Kebab, Caterina si accorge che non c'è l'aspiratore e rapidamente usciamo. << non posso mica puzzave come una maiala condita, per un panino ! >> Escludiamo il ristorante. Mangiamo una pizza. Usciamo indirizzandoci verso il cinema che si trova vicino alla ferrovia. Tra luci e ombre la città pare una scacchiera priva di Re e Regine colma di pedoni indefiniti e distribuiti dalla loro volontà in ogni angolo del quartiere dal sapore metafisico, architettonico; penso ad un quadro di Hopper mentre vi camminiamo sulla cornice; percepisco il senso divino della rappresentazione umana. Passiamo chiacchierando davanti ad un bar illuminato; dal muro un'ombra raggiunge una vettura in centro strada poi torna all'entrata del bar. Caterina s'irrigidisce mi stringe il braccio e dopo aver superato il tipo mi dice << un negvo al buio vestito di nevo col cappuccio nevo in testa; ma cosa fa davanti al bav ? non è un po' losco ? >> << che vuoi che faccia un negro davanti ad un bar, se trova una vecchietta la deruba se trova una donna la stupra, se uno parcheggia una vettura gliela ruba >> << mi evo dimenticata che sei fascista, vazzista, omofobo, maschilista, fovse anche misogeno, bla, bla, bla, bla, bla, bla >> e inizia a rimproverarmi con un pistolotto banale vintage; e penso al mio amico Rox Muriatico che osserverebbe << ti sta psicanalizzando col màrass ( con l'accetta ) >>. Poco prima di entrare al cinema vediamo una figura in angolo: << ma che fa quel negvo ? >> << dipende: se sei di sinistra lava il muro; se sei di destra piscia ! >> Entriamo in sala. Il film non ha colonna sonora, effetti speciali e scenografia; la cinepresa è ossessivamente incentrata in un primo piano e piano americano sul protagonista prigioniero al forno crematorio di Auschwitz. Caterina si addormenta subito. Il film mette l'angoscia che controllo con qualche sonoro sbadiglio. Mentre il protagonista butta i corpi gasati ai forni; fuori dal cinema passa il treno: sarebbe stato grottesco se avesse fischiato. Finisce la proiezione: luci in sala. Caterina si sveglia stirandosi; mi chiede mentre andiamo fuori << com'è stato ? >>  << bello: Paperon de Paperoni perde tutto, Superciuk vice alla lotteria, Minny e Paperino si sposano >>  << sei pvopvio uno stvonzo >> mentre ci avviamo alla vettura parcheggiata mi dice <<  cmq ho passato una bella sevata: è bello uscire con te: con te si pavla ! >>   << perchè quando esci con i tuoi amici non parli ? >> << ... pavlano sempve lovo: come sono bvavi, come fanno le cose, come sono intelligenti, i migliovi; apvo bocca solo quando gli faccio i pompini ! >> << Caterina una donna emancipata può anche rifiutarsi se non gli va !? >>  << e va beh, Zen, mica posso dive di no: mi pagano !? >>.