domenica 27 luglio 2014

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Dense partecipazioni ridotte per le esequie


Dove i fiati al centro dello specchio agitano in una polla il mare più profondo; l'aria strizza cercando il varco aperto dal ruvido calore che sboccia; vivendo col becco la gravità macinata dall'energia; spargendo catadiotri semina l'apocalisse aggiungendo alla cucitura il punzone conficcandolo da nord a sud; agganciato ai fiori di metallo ciondoli rupestri si spellano per il tarpan alato; la cicuta all'ombra azzurra di una benda persa dalla tramontana avvolgendo l'albero; sventolarono la corteccia verde intorpidita di bellicosità; nell'anticipo in cui appassì il più debole dagli afflati poco mossi d'un click rimosso dalla coda tra le gambe; gli sconosciuti divisero la loro vista in piscina contando le carte di petrolio  riempiendosi le budella di cartone; sino allo scaldare i chilometri che li separavano dalle temperature molestate; dagli spigoli i pigolii che giungevano da orde polverose si posavano sugli occhi brucianti; i lanciafiamme incendiarono chi compariva loro davanti; irremovibili sposavano l'acqua inumidendo le siccità dell'anima e delle menti colpendo l'esistenza all'emporio; comperando la manutenzione di tapparelle che scuotevano scorrendo i graffi al vento bucherelllando i proietili; sull'avambraccio colpendo i buoi che ormai non pascolano più sul cemento lacrimando; poichè ci si bagna col tappo fermo in testa e la discesa tiene le mani e i denti allineati sul tatuaggio; della mano che nel muoversi tra l'indice e il pollice conquista l'ettaro di carne tagliata; con perizia nella molla della raccolta per strada sul passaggio pedonale; che il ciuffo del'inganno tiene fermo tra i cappelli all'aria, il quale  schiamazza il capo di ogni maschera moderna stringendolo tra le orecchie in un covo di fieno al fuoco consistente.





 

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Le mine di luce legate alla schiena dell'asina


La madre col fazzoletto toglie i baffi all'attore finto; che nella realtà scalpita frenetico amante inviando lettere all'astratto; sottoscrivendo d'essere il mittente dall'idealità nell'aria e condizionato frigge; l'ora col fischietto richiamando i fenicotteri rosa ad un contegno; imbalsamando l'orologio da muro sgretolato appeso alla cortecia affusolata; pensile, pensante che la nube solitaria con la mano monca stringe tra le pioggie scarse ai seni; capogiri centripeti all'interno di quadri a olio che triangolano uccidono; il pinzimonio arrotato dal carotaggio spelato nelle cascate rettilinee; arcuate dalle scritture nottambule viaggianti col cappello in testa, a fari spenti accompagnano i film a braccio; campagnolo dove i corsi d'acqua sono convogliati alle bocche dei vulcani; che decollano decolorando gl'istanti salienti di ogni trailer; risalendo al pianto d'anni luce velocemente col pennello e l'anello al dito scaramantico; ricciuto e permanente, il quale sulla garritta sale assieme all'uomo psicolabile; m'innerpico scorgendogli la figura dalla vetta dove gli autobus psichedelici tramano il saliscendi; ai fiori del demonio pagando i candelabri per via che tengano i petali perennemente accesi; liberando le libellule sul filo che cinguetta strappando i numeri dell'alfabeto per archeologie industriali; scendo dalla vette e siedo non vedendo il mare, ascoltando l'ombra del pino marittimo che osserva i leoni nel loro marmo; ruggire una volta all'infinito al caos illegittimo dell'asfalto tecnologico; nero e dissestato che punta i piedi lerci ai piedi di pelle morta e conciata per le feste. 


sabato 26 luglio 2014

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 No relationship


Le voci di sottofondo in provincia del lago trasmettono il video game dallo smarth phone; al gatto pelato che non sà che fare se saltare o dormire avvolto dalla gonna; presso la donna che leggendo il libro sdraia il telo sull'acqua della piscina; aggrappando i piedi lunari a libere pinne sull'infinito; dove l'immanente plastico trova gli occhi inforcandoli: spreme il cervello immaginando; qualsiasi amore nel sorriso di barbiturici blu e sinceri auguri; di biacca coprente negli adulti mostra pieghe e denti finti; rovesciando il fiume che non fa rumore, se lo si guarda dalla distanza esatta; promette al ponte la combricola testarda passando in bicicletta indossa il casco tra mani grossolane; del frate che fugge dall'inquadratura salendo le scale sante musicali; rapidamente affrancando l'incostanza con cui si ama gridando al mare ghiacciato che odora il sapore della palude da cui proviene; albero di mobilio misto all'aroma del caffè soleggiato; datore di calore nitidi per  diaframmi chilometrici appesi al ciondolo fortunato di chi vede; il fumo alla frusta legata al collo del dannato e dell'ovino che rosola danzante al fuoco; scoperchiato dal neon autostradale acceso al neonato che illumina guardando l'obbiettivo esclamando ..." matto..." in versione diagonale; col factotum dei giocatori che si alza battitore all'alba battezzato da Giovanni l'evangelista come il jolly delle carte.